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20 Luglio 2023 - 10:43
L'ex re dei paparazzi Fabrizio Corona indagato per ricettazione nell'ambito dell'inchiesta che all'alba ha portato all'arresto di un maresciallo dei Carabinieri e di un consigliere comunale di Mazara del Vallo (Trapani). "Voleva alimentare teorie complottistiche” sull'ex latitante, scrive il gip nella misura cautelare.
Corona, secondo gli inquirenti, voleva vendere 'falsi scoop' a siti di informazione, in cambio di denaro. I file sarebbero stati ottenuti grazie al maresciallo arrestato che li avrebbe dati al consigliere comunale arrestato. Corona parlava di uno “scoop pazzesco” da pagare. Uno scoop inesistente. La perquisizione a casa di Corona è ancora in corso.
GLI ARRESTI
Nel corso della notte, in provincia di Trapani e a Milano, militari dei comandi provinciali di Palermo e Trapani, supportati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, hanno dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, per i reati di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, aggravato dalla funzione di pubblico ufficiale, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e ricettazione.
Nello stesso contesto, sono state effettuate delle perquisizioni, a Milano, sui luoghi nella disponibilità di un terzo indagato, in stato di libertà. Il provvedimento cautelare riguarda un maresciallo dei Carabinieri in servizio presso un comando Compagnia in provincia di Trapani, un consigliere comunale della medesima provincia, nonché un noto giornalista milanese e consegue a puntuali investigazioni, svolte dagli stessi Carabinieri di Trapani e Palermo, su una presunta fuga di notizie riservate, connesse alle fasi successive alla cattura del noto latitante Matteo Messina Denaro.
Gli indagati, secondo la ricostruzione investigativa dei carabinieri e della Procura della Repubblica di Palermo, condivisa dal Gip, avrebbero tentato di divulgare, attraverso la pubblicazione su alcune testate giornalistiche on line, alcuni documenti ancora coperti da segreto investigativo e inerenti le indagini sulle fasi immediatamente successive all’arresto del latitante, verosimilmente carpiti dal maresciallo dei Carabinieri e ceduti da questi al consigliere comunale il quale, probabilmente a scopo di lucro, li avrebbe proposti in vendita al noto giornalista milanese, che avrebbe poi realizzato degli scoop.
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