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25 Novembre 2023 - 11:45
Il giovane accusato del delitto della 22enne estradato in Italia
VENEZIA. È atterrato all'aeroporto di Venezia, con mezz'ora di anticipo, il Falcon 900 partito da Francoforte con a bordo Filippo Turetta, il giovane accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin. Il giovane sarà portato negli uffici della polizia di frontiera, per la notifica dell'ordinanza cautelare, poi, scortato dai carabinieri, al carcere di Verona. Dietro le sbarre lo aspetta un primo passaggio in infermeria, per verificare le condizioni generali di salute, e tutte quelle procedure burocratiche dell'ufficio matricole prima di essere portato in una cella del reparto protetti, una precauzione che si prende per motivi di sicurezza per evitare possibili ritorsioni o disordini all'interno del carcere data anche l'attenzione della stampa sul caso. Il 21enne sarà in isolamento, sorvegliato 24 ore su 24 per evitare gesti autolesivi, in una cella spoglia di due metri per tre. I primi a poterlo incontrare saranno i suoi difensori, gli avvocati Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno. I genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, invece, dovranno essere autorizzati prima di varcare l'ingresso della casa circondariale, il che avverrà probabilmente dopo l'interrogatorio di garanzia in programma all'inizio della prossima settimana.
Duro il commento di Nicodemo Gentile, legale di fiducia di Elena Cecchettin, sorella della 22enne studentessa di Vigonovo uccisa: «Filippo Turetta 'è un uomo senza empatia, che ha lucidamente eliminato l'ex per punirla di quello che lui ha considerato un atto di insubordinazione subito, poiché, ormai, Giulia non rispondeva più alle sue aspettative. Lavoreremo affinché la procura prima e i giudici poi, gli riconoscano l'aggravante del “motivo abietto”. Turpe è la causale dell'omicidio e spregevole è tutta la condotta complessiva. La laurea di Giulia ha costituito il punto di rottura, di non ritorno: questo traguardo avrebbe reso Filippo sempre più piccolo e comportato il definitivo distacco della giovane, pronta a voltare pagina anche nel mondo delle sue relazioni. Le donne devono smettere di fare 'le curatrici' di uomini affetti da analfabetismo emotivo, e alle prime avvisaglie di comportamenti abnormi e morbosi del partner devono uscire in modo definitivo da dinamiche di controllo militare, comportamenti intrusivi e molesti, anche quando non si usano le mani. Il sacrificio di Giulia deve servire a creare nuove consapevolezze tra i giovani, nelle famiglie, nelle scuole e magari salvare altre donne dagli attacchi e dai ricatti dei manipolatori affettivi»
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