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21 Dicembre 2023 - 18:30
Tra i motivi timore del contagio da Sars-Cov-2, lunghe liste di attesa, costi elevati e non sostenibili
ROMA. In Italia 3 milioni di anziani sono costretti a rinunciare a visite, esami o cure mediche di cui avrebbero bisogno: un italiano over 65 su 4, ovvero il 24%, che sale al 37% tra le persone con maggiori difficoltà economiche. È quanto emerge dai dati raccolti nel biennio 2021-2022 dalla Sorveglianza 'Passi d'Argento' dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), pubblicati oggi, in cui si definisce il fenomeno "un problema significativo che richiede attenzione" e "che si è accentuato durante la pandemia di Covid-19". Dall'indagine risulta dunque che il 24% degli ultra65enni intervistati dichiara di aver rinunciato, nei 12 mesi precedenti l'intervista, ad almeno una visita medica o un esame diagnostico di cui avrebbe necessitato, con una maggiore frequenza fra le donne: 29% rispetto al 23% degli uomini. Ma la rinuncia alle cure si aggrava nelle fasce sociali svantaggiate, raggiungendo il 37% tra coloro che riferiscono di avere molte difficoltà ad arrivare alla fine mese con le risorse loro disponibili rispetto al 24% fra chi riferisce di non aver problemi economici. Inoltre, il fenomeno coinvolge anche le persone affette da patologie croniche: fra chi riferisce una diagnosi di malattia cronica fra quelle indagate in 'Passi d'Argento' (tumori, malattie cerebrovascolari, malattie croniche respiratorie, diabete, insufficienza renale, malattie croniche del fegato o cirrosi) il 28% dichiara di aver rinunciato, questa quota sale al 33% tra coloro che hanno 2 o più cronicità. Fra chi ha riferito di aver rinunciato a visite mediche o esami diagnostici necessari, il 31% dichiara di averlo fatto per timore del contagio da Sars-Cov-2, il 22% per sospensione del servizio e/o chiusura dello studio medico a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19; il 36% riporta fra le motivazioni le lunghe liste di attesa; il 7% riferisce difficoltà nel raggiungere la struttura (per distanza o assenza di collegamenti e/o mezzi di trasporto adeguati) o anche per scomodità degli orari proposti. Infine il 5% degli anziani riferisce che la rinuncia è stata determinata dai costi elevati e non sostenibili.
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