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24 Gennaio 2024 - 14:36
"Pensavamo che decenni di riflessione storica, di letteratura, di saggistica, di storiografia, di cinematografia, ci avessero fatto superare il demone dell'antisemitismo, facendo maturare una coscienza diffusa. Invece, dobbiamo purtroppo prendere tragicamente atto e constatare con dolore che l'antisemitismo, specie dopo i fatti del 7 ottobre (l'attacco di Hamas a Israele, la strage di bambini e neonati e la cattura di ostaggi; ndr) riemerge nelle sue forme peggiori, che sono quelle del pregiudizio privo di fondamento storico, rispolverando un armamentario di odio e di falsità, che si pensava fosse stato superato".
A sottolinearlo è Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, inaugurando nella Casina dei Vallati al Portico d'Ottavia a Roma la mostra 'Le parole dell'odio: gli ebrei romani venduti ai nazisti', organizzata dalla fondazione Museo della Shoah, che sarà aperta al pubblico da domani al 15 febbraio. "Le parole pesano, scalfiscono le coscienze e possono scatenare l'odio - osserva Sangiuliano - Ma pesano anche i gesti e i simboli. Non caso - ricorda il titolare del Mic - la prima cosa che ho fatto è stata quella di recarmi alla Sinagoga di Roma, una scelta non casuale ma voluta e deliberata; e la seconda cosa è stata la visita a Napoli alla casa di Benedetto Croce, oggi sede dell'Istituto italiano di studi storici, perché il filosofo fu l'estensore del manifesto degli intellettuali antifascisti. E quando finirò di fare il ministro della Cultura, fra le cose più belle che mi porterò dietro saranno i ringraziamenti della senatrice a vita Liliana Segre per la solerzia e la rapidità con cui ho risposto alla sua richiesta di creare una segnaletica che indicasse alla stazione di Milano il binario 21", da dove partivano i treni con gli ebrei diretti ai campi di concentramento nazisti.
Sangiuliano ribadisce "la nozione storica ben precisa dell'unicità dell'Olocausto, della sua peculiarità che non può essere messa al livello di tutte le altre persecuzioni che pure ci sono state nella Storia. Il nostro dovere è il dovere della memoria e della cultura, con la speranza che faccia crescere le persone e le arricchisca spiritualmente, che offra loro un senso critico che le faccia rifuggire dalla banalità del male. Non tutti sono intellettualmente onesti, come dimostrano le reazioni a quanto sta accadendo a Gaza tra Israele e Hamas: io continuerò a battermi con tutte le mie forze affinché l'antisemitismo sia demolito, tenendo sempre presente che la cultura ebraica è uno dei pilastri fondanti della cultura italiana e rappresenta un contributo essenziale alla nostra identità nazionale".
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