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25 Aprile 2024 - 15:21
In totale accoglimento delle approfondite ragioni giuridiche illustrate dai cassazionisti Dario Vannetiello (nella foto), Carlo Taormina, Nicola Trisciuoglio e Luca Ripoli, la prima sezione penale della Suprema Corte ha annullato la sentenza emessa dalla Corte di appello di appello di Roma la quale aveva deciso su uno dei tronconi relativi alla gravissima azione violenta del 9 ottobre 2021 ai danni della sede romana della Cgil nel corso della manifestazione contro “ il Green pass”.
In quella occasione, anche video ripresa, vi furono gravi danneggiamenti di mobili, suppellettili, ivi compresi, quadri computer ed altro materiale informatico. Sia in primo che in secondo grado gli imputati Mirko Passerini, Andrea Savaia, Claudio Toia erano stati condannati per il grave reato di devastazione aggravata. Nel caso di specie le pene erano state mitigate perché gli imputati scelsero il rito abbreviato e dall’essere stati ritenuti meritevoli delle attenuanti generiche; le pene inflitte andavano dai 7 anni e 3 mesi a 5 anni e 4 mesi di reclusione inflitti a Passerini.
Avrebbero dovuto subito aprirsi le porte del carcere nel caso in cui fosse stata la sentenza di condanna ma hanno fatto breccia nei Supremi giudici le argomentazioni offerte dal collegio difensivo finalizzate a dimostrare sia la assenza di lesione all’ordine pubblico, sia le plurime carenze motivazionali della sentenza di condanna.
Diversa sezione della Corte di appello di Roma sarà chiamata a valutare nuovamente gli atti della nota inchiesta, seguendo i criteri che la Corte di cassazione indicherà nella motivazione della sentenza che nei prossimi mesi verrà depositata e che suscita sin da ora interesse.
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