Tutte le novità
11 Maggio 2024 - 10:39
L’omicidio di Fabiano Andolfi, commesso a Bari il 14 gennaio 2018, fu realizzato a fine di agevolare il clan Anemolo, in “comparanza” con il clan Palermiti, nella gestione dell’attività di spaccio ed estorsioni all’interno del quartiere Carrassi di Bari, nel contesto della contrapposione violenta con il clan Capriati. Oggi, la Corte di Cassazione, I Sezione penale, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di Caputo Giuseppe, Di Cosmo Donato Maurizio, mentre ha rigettato i ricorsi di Cascella Francesco, Cucumazzo Filippo e De Benedictis Giovanni.
L’unico significativo annullamento disposto dalla Suprema Corte è quello relativo alla posizione di Giannini Domenico, atteso che le argomentazioni giuridiche formulate dal cassazionista Dario Vannetiello e dall’Avv. Fabio Schino hanno convinto i giudici capitolini ad annullare la sentenza di condanna emessa in data 07.07.23 dalla Corte di assise di appello di Bari, per una pluralità di ragioni,
Infatti, l’annullamento ottenuto da Giannini - che secondo l’accusa consegnò il giubbino antiproiettili e la pistola all’ esecutore materiale Cucumazzo, oltre ad accompagnare il killer sul luogo del delitto mediante l’utilizzo di una motocicletta - risulta sorprendente in quanto riguarda sia l’aggravante del metodo mafioso, sia l’aggravante della premeditazione, sia l’ aggravante della recidiva, nonché l’invocato giudizio di prevalenza delle attenuanti generiche.
Alla luce della recente statuizione della Corte di Cassazione, la pena di anni venti di reclusione irrogata al Giannini potrà subire una drastica riduzione all’esito del giudizio di rinvio che si terrà innanzi a diversa composizione collegiale della Corte di assise di appello.
Sono divenute irrevocabili le altre due condanne ad anni 20 inflitte a De Benedictis Giovanni e Cascella Francesco, condanne inflitte a seguito dell’accoglimento della impugnazione a suo tempo proposta dall’ Ufficio dell’accusa che determinò l’innalzamento delle pene inflitte dal giudice di primo grado.
Infine, va segnalato che altro ricorrente il quale ha meritato l’annullamento della sentenza è quello di Mele Roberto, difeso dall’Avv. Iginio Fino, seppur limitato al solo tema dell’applicazione della disciplina della continuazione tra reati.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo