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01 Febbraio 2018 - 16:07
Incastrato dalle immagini delle telecamere della zona
Un nigeriano di 29 anni è stato fermato dai carabinieri in relazione all'omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne che si era allontanata lunedì scorso dalla comunità di recupero “Pars" di Corridonia, presso la quale era ospitata da ottobre scorso, e che è stata poi uccisa e fatta a pezzi.
Secondo quanto fanno sapere i militari dell'Arma, l'uomo - che era in possesso di permesso di soggiorno scaduto e aveva “precedenti di polizia per stupefacenti" - è stato visto da un testimone nella serata del 30 gennaio con le valigie in cui poi la vittima è stata ritrovata.
TESTIMONI. Mentre continuano i rilievi nell'abitazione, «dove - come spiegano i militari - con tutta probabilità la ragazza sarebbe stata uccisa e sezionata», è stata anche «acquisita una ulteriore testimonianza, resa volontariamente dapprima presso la Questura di Macerata e poi nuovamente presso il comando» dei carabinieri «da uno straniero, estraneo ai fatti, che ha riconosciuto» il nigeriano fermato «come la persona da lui vista, nella tarda serata del 30 gennaio, in possesso delle valigie contenenti i resti della povera diciottenne» e in prossimità del posto in cui i trolley sono stati rinvenuti.
LE INDAGINI. Risalire al nigeriano è stato possibile anche grazie alle immagini delle telecamere della zona, visionate dai carabinieri del comando provinciale di Macerata e del Ros.
I FILMATI. Dalle immagini si è potuto riscontrare che Pamela era ancora in vita nelle giornate del 29 e del 30 mattina. Mano a mano si è ricostruita la sequenza temporale degli spostamenti della giovane le cui tracce, nella tarda mattinata del 30 gennaio, si perdevano in via Spalato, a Macerata.
I VESTITI. Da indagini dei militari, testimonianze e immagini video, è emerso che il 29enne nigeriano è stato l'ultimo ad avere avuto contatti con la 18enne. Rintracciato dai carabinieri, è stato perquisito anche dal personale specializzato del Ris di Roma che nella sua abitazione, fanno sapere i carabinieri, «ha ritrovato i vestiti della vittima, sporchi di sangue, e altre tracce ematiche, nonché uno scontrino di una farmacia, poco distante da lì dove la vittima aveva precedentemente acquistato una siringa».
LA MAMMA. «Spero e prego che giustizia sia fatta. Quello che le hanno fatto è indescrivibile e così crudele che spero di vederli soffrire lentamente fino alla morte». Sono parole di dolore e rabbia quelle che Alessandra Verni, la madre di Pamela affida a Facebook. Quando si sono perse le tracce di Pamela, la famiglia non ha esitato a rivolgersi a “Chi l'ha visto?". Ieri sera sua madre ha raccontato alla trasmissione Rai di avere appreso la notizia dalla stampa. «Come è possibile che io sappia dai giornali e dalla rete che mia figlia è stata trovata in una valigia se gli inquirenti mi hanno convocato domani per l'eventuale riconoscimento?», ha fatto sapere la donna, raccontando che l'ultima volta che ha visto sua figlia risale a qualche giorno fa.
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