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01 Marzo 2018 - 14:45
Imprenditore, fratello e cugino in manette per l'omicidio del giornalista slovacco e della sua fidanzata
ROMA. Svolta nell'indagine sull'omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova. Secondo il quotidiano locale Korzar, sono stati arrestati 3 italiani: l'imprenditore Antonio Vadalà, un fratello, Bruno Vadalà, e un cugino, Pietro Catroppa.
ARRESTI - Gli arresti sono scattati nelle operazioni che le forze dell'ordine hanno compiuto dalle prime ore di oggi tra Michalovce e Trebisov, nella Slovacchia orientale. "Nel corso della giornata forniremo informazioni sulle operazioni", dice il portavoce della polizia, Martin Wäldl. A Michalovce, nell'abitazione di Vadalà, gli agenti sono intervenuti alle 7 di stamane, isolando l'area. Nella zona industriale della città, invece, sarebbe segnalata una massiccia presenza di forze dell'ordine. È ipotizzabile un'altra operazione nelle sedi delle società collegate all'imprenditore italiano.
"Possiamo parlare di pista italiana" ha dichiarato Tibor Gaspar, capo della polizia slovacca. L'operazione riguarda "persone citate dalla stampa e anche dall'ultimo articolo di Kuciak", ha detto Gaspar, senza fare i nomi dei soggetti coinvolti.
CHI E' VADALA' - Il quotidiano Korzar delinea la figura di Antonio Vadalà come un imprenditore attivo nell'immobiliare, nell'energia e nell'agricoltura, con una serie di società che usufruivano di fondi europei e sussidi.
Nell'ultimo reportage di Kuciak, pubblicato da diverse testate slovacche, si fa riferimento ai collegamenti tra ambienti imprenditoriali e politici slovacchi alla 'ndrangheta e in particolare al business che nel 2009 Vadalà aveva intenzione di avviare nella zona industriale di Lucenec: un affare da 70 milioni che non è decollato ma che è bastato per qualificare Vadalà come ''imprenditore del settore dell'energia", per citare l'ex ministro dell'Economia Pavol Rusko.
Per la carriera di Vadalà, è fondamentale il rapporto con Maria Troskova, da ieri ex assistente del premier Robert Fico, diventata partner dell'imprenditore nel business del fotovoltaico: i due fondano la Gia Management nel 2011, ma Troskova lascia la compagnia dopo un anno per concentrarsi sull'attività politica.
Prima diventa assistente del parlamentare Viliam Jasan, leader del partito Smer, e poi con un salto triplo arriva fino a Fico. Anche Jasan, nel giro di qualche mese, viene promosso e diventa segretario del Consiglio di Sicurezza, con accesso a documenti top secret. Il legame tra Jasan e Vadalà, secondo la stampa, è evidente: un'attività imprenditoriale coinvolge il figlio del politico e il jet privato che Jasan usa, tra l'altro, appartiene a una compagnia rilevata da Vadalà.
L'imprenditore, come dimostrerebbe anche la sua attività online, si spende per lo Smer. Elogia il premier Fico, sostiene il ministro Robert Kalinak e appoggia Richard Rasi, candidato dallo Smer alla presidenza della regione di Kosice, scrivendo direttamente a Rasi e preannunciando incontri.
Troskova e Jasan hanno rassegnato ieri le dimissioni. Lo stesso ha fatto il ministro della Cultura, Marek Madaric, che però non risulterebbe coinvolto nell'inchiesta e non viene citato nel reportage del giornalista. "Dopo l'assassinio di un giornalista non posso immaginarmi ancora a ricoprire tranquillamente l'incarico di responsabile di questo ministero che è responsabile anche per i media", ha detto il ministro.
Il 27 febbraio, durante una conferenza stampa, il premier Fico ha preso pubblicamente posizione per difendere Troskova: "State collegando persone innocenti a un duplice omicidio. Questo è troppo". Alle domande su Jasan, aveva risposto: "Agirò sulla base dei risultati delle indagini". Poi, 24 ore dopo, sono arrivate le dimissioni di entrambi.
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