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A Milano il corteo del 25 aprile

A Milano il corteo del 25 aprile

Mattarella: non siamo in un presente irriformabile

MILANO. È partito a Milano il corteo per celebrare i 70esimo anniversario della Liberazione, una ricorrenza che quest'anno rappresenta la sorta di 'prova generale' dei dispositivi di sicurezza di una città che si prepara ad affrontare l'Expo. Il corteo - che da porta Venezia raggiungerà piazza del Duomo - è il primo appuntamento di piazza di una settimana che porterà al doppio presidio del 29 aprile (con la manifestazione in ricordo di Sergio Ramelli e la contromanifestazione degli antifascisti), allo sciopero studentesco di giovedì e alle manifestazioni "No Expo" del primo maggio. Dopo la deposizione stamane delle corone ai Caduti - tanti gli omaggio nei diversi luoghi simbolo della città da piazzale Tricolore a piazzale Loreto - Milano ricorda il 25 aprile con il corteo che attraverserà il centro della città Medaglia d'oro della Resistenza - lungo piazza San Babila e corso Europa - e si concluderà con i discorsi, attesi per le 15.30, del sindaco Giuliano Pisapia, del segretario Cgil Susanna Camusso, del presidente dell'Anpi Carlo Smuraglia e di alcune letture dell'attrice Lella Costa. Attenzione speciale per i manifestanti dietro allo striscione della Brigata ebraica, a rischio contestazioni, e per i centri sociali. Sono centinaia le persone che si sono date appuntamento in Porta Venezia per sfilare 'armati' di musica e bandiere e ricordare la Liberazione.

Per questo 70esimo anniversario sono stati organizzati eventi e manifestazioni in tutta Italia. Prima festa della Liberazione per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che alle 9.45 in punto è giunto a piazza Venezia a Roma per deporre una corona d'alloro all'altare della Patria. Il Capo dello Stato e' stato accolto da un lungo applauso della folla raccolta nei pressi del Milite Ignoto.

A piazza Venezia presente anche il premier Matteo Renzi, che sulle note di "Bella ciao", colonna sonora di un video sulla visita a Marzabotto dei giorni scorsi, rivolge i suoi auguri agli italiani per il 70esimo anniversario della Liberazione. «Abbiamo previsto diversi eventi per il 70esimo anno della liberazione. Buon 25 aprile a tutti! #ilcoraggiodi», ha scritto il premier nel tweet che accompagna il video.

l premier ha abbracciato sotto l'altare della Patria un anziano partigiano di 93 anni. Aldo Tommasino Rodriguez Pereira, questo il nome dell'uomo, racconta all'Adnkronos l'incontro con il presidente del Consiglio. «Mi ha detto "grazie per la libertà" - riporta Aldo, medaglia d'oro appuntata sul petto - io gli ho spiegato che per la libertà di questo Paese ho perso tutta la mia famiglia. Sono rimasto solo io, ma sono un uomo libero, siamo tutti liberi. Gli ho detto che lo voterò, perché i giovani vanno sostenuti». Mattarella è giunto poi a Milano, dove è stato accolto da centinaia di persone che lo hanno applaudito riunite attorno al piccolo Teatro Grassi. Il 25 aprile «è la festa della libertà di tutti. Una festa di speranza ancor più per i giovani: battersi per un mondo migliore è possibile è giusto, non è vero che siamo imprigionati in un presente irriformabile» ha detto il capo dello Stato. «In questi giorni drammatici, in cui il Mediterraneo è diventato il sacrario delle vite e delle speranze stroncate di centinaia di donne, uomini, bambini, in fuga dalla guerra, dalla persecuzione, dalla fame, la nostra Europa si gioca la sua credibilità e il suo stesso futuro - ha aggiunto -: senza la consapevolezza del proprio ruolo nel mondo e senza solidarietà non è Europa». Secondo Mattarella, «la Costituzione non è soltanto un insieme di norme e la sua garanzia più forte per i cittadini consiste nella sua applicazione, nel viverla giorno di giorno».

«Per noi democrazia oggi vuol dire anche battaglia per la legalità, vuol dire lotta severa contro la corruzione, vuol dire contrasto aperto contro le mafie e tutte le organizzazioni criminali che sono una piaga aperta nel corpo del Paese» ha aggiunto Mattarella spiegando che «le istituzioni devono tenere la guardia alta e chiamare a sostegno i tanti cittadini e le associazioni che costituiscono antidoto di civismo e di solidarietà». «Abbiamo una strada non facile davanti a noi - ha osservato Mattarella - ma le nostre radici hanno ancora molta linfa. I nostri padri ci hanno dato moltissimo e onorarli, per noi, comporta l'onore di compiere nuovi passi. La festa della Liberazione - ha concluso - è un incitamento a tenere la schiena dritta ad essere fedeli a noi stessi».

Il Presidente del Senato Pietro Grasso, giunto al Museo della Liberazione di via Tasso dopo la visita all'altare della Patria con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato accolto da un gruppo di giovani studenti della scuola media Virgilio e con loro ha intonato l'inno di Mameli. «Con questo maestro qui - ha scherzato poi Grasso rivolgendosi al docente dei ragazzi - posso cantare persino io».

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