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07 Marzo 2018 - 17:48
Da una piccola farmacia di Napoli al colosso mondiale impegnato nella ricerca. A Singapore Menarini lavora sulle malattie genetiche grazie al rivoluzionario Deparray che permette di isolare singole cellule e di analizzarle per individuare eventuali anomalie. Al momento la sperimentazione è in atto in campo ginecologico con l’obiettivo di sostituire l’amniocentesi, ma studi sono in atto anche in oncologia, in oculistica e in reumatologia. E grazie al Gruppo i cervelli italiani non solo non sono in fuga, ma tornano in Italia portando nel nostro Paese il know how e le nuove competenze acquisite.
Da Napoli a Singapore e ritorno. Potrebbe essere sintetizzata in questo modo la storia di Menarini, colosso che nasce in una piccola farmacia napoletana nel 1886 per poi trasferirsi a Firenze nel 1915 - perché servivano i flaconi in vetro, prodotti in una fabbrica vicina al capoluogo fiorentino. E da lì è esplosa l’avventura di una eccellenza italiana che anche nella ricerca è leader mondiale, con il cuore rivolto sempre all’Italia: è qui, infatti che i ricercatori tornano, portando nel nostro Paese il loro know-how e le competenze acquisite dopo una formazione estera di altissimo livello.
A Singapore infatti, Menarini Biomarkers, sotto la guida dell’ingegnere nucleare Luigi Ricciardi, lavora in sinergia con il Singapore General Hospital (Sing Health), uno dei più grandi centri di ricerca biomedica asiatici, dove proseguono a ritmo serrato le ricerche legate al rivoluzionario Deparray. Deparray è una strumentazione diagnostica – grande quanto una fotocopiatrice aziendale - che consente di isolare singole cellule rare presenti in vari liquidi biologici, per poterle poi analizzare al fine di individuare eventuali malattie genetiche. Nel mondo esistono solo un centinaio di esemplari, 30 dei quali in italia e 3 a Singapore. Uno dei vantaggi di questo sistema innovativo è che permette di lavorare su minuscoli campioni di cellule che vengono mantenute intatte, (untouched), il che significa che non subiscono nessun trauma che possa alterarle; inoltre sono vive e capaci di riprodursi.
Attualmente i ricercatori stanno lavorando soprattutto nel campo della ginecologia, dell’oncologia, dell’oculistica e della reumatologia; inoltre stanno programmando anche studi sulle malattie neurodegenerative come l’alzheimer, sul diabete di tipo 1 e sulla sclerosi multipla: “In campo ginecologico– spiega Luigi Ricciardi, amministratore delegato di Menarini Biomarkers - l’obiettivo è arrivare a una forma di diagnosi prenatale non invasiva che sostituisca l’amniocentesi e la villocentesi, procedure invasive e rischiose sia per la mamma che per il bambino. Il tutto grazie ad un semplice prelievo di 20 ml di sangue materno e al successivo isolamento delle cellule fetali sulle quali effettuare tutte le analisi genetiche. Attraverso l’analisi del DNA fetale circolante nel sangue materno, si potrà controllare se sono presenti alcune tra le anomalie cromosomiche più diffuse. Attualmente Il progetto comprende la sperimentazione su 100 future mamme italiane e 100 a Singapore perché ci sono delle variabili importanti: per esempio il sangue delle mamme asiatiche è piu’ viscoso di quello delle mamme europee per cui stiamo lavorando su binari paralleli. La vera sfida consiste nell’isolare le cellule che ci interessano: considerando che in 20 ml di sangue sono presenti miliardi di cellule, occorre un lavoro di grande scrematura rispetto alla componente materna che potrebbe alterare il risultato delle analisi. La “partita” si gioca quindi nella capacità di eliminare tutte le cellule che non servono. In ogni caso, tecnologie che facciano quello che fa Deparray oggi non ce ne sono; anche perché noi isoliamo una singola cellula su cui fare l’esame del dna: una volta isolata, la macchina “sospende” la cellula in una gabbia elettrostatica che permette di farne lo studio genomico.”
Nel campo dell’oncologia, la biopsia liquida, un esame veloce, per niente invasivo ne’ doloroso, potrebbe sostituire a breve quella tradizionale. Lavorando sul fluido cerebrale per individuare le malattie del sistema nervoso centrale, sulla saliva per i tumori localizzati nella zona testa e collo, sul liquido pleurico per i polmoni e sull’urina per il tratto urinario, i ricercatori mirano ad ottenere gli stessi risultati che hanno oggi lavorando sui tessuti.
Il perfezionamento di tutti questi nuovi strumenti diagnostici non invasivi porta sempre più verso una medicina di precisione che sarà la nuova frontiera per predire e controllare le patologie ed aprire la strada della medicina personalizzata: “ Quest’ultima – continua Ricciardi - avrà un impatto fortissimo sulla prevenzione delle malattie e quindi sulla riduzione dei costi dei sistemi sanitari oltre che sulla qualità della vita delle persone. Le nostre ricerche hanno suscitato un grande interesse a livello internazionale, per cui il Gruppo ha sviluppato una rete di collaborazione con vari Paesi. I progetti vengono sviluppati attraverso un nostro progetto che si chiama Virtual Innovation Centre che si apre alle eccellenze scientifiche e cliniche -le Istituzioni ospitanti- attraverso accordi di collaborazione.” Singapore quindi potrebbe essere un punto di partenza – e non di arrivo - di un’avventura che potrebbe portare a una svolta epocale.
“La sinergia con il Singhealth – gli fa eco Pietro Giovanni Corsa, Direttore Generale del Gruppo Menarini- ha facilitato moltissimo la nostra ricerca perché avendo a disposizione una intera struttura all’avanguardia non abbiamo avuto bisogno di costruire un nuovo laboratorio da attrezzare e questo ha velocizzato il tutto. E’ un matrimonio ben riuscito tra l’efficienza locale e i livelli altissimi della ricerca italiana. Inoltre qui esistono servizi ed infrastrutture di ricerca e sviluppo, di grande qualità e a prezzi ragionevoli a disposizione dei ricercatori e delle imprese che fanno ricerca. La mentalità è molto orientata al servizio. E questo ci ha permesso di sviluppare, attraverso questa “porta” per l’Oriente, il nostro polo asiatico fino a portarlo a 3000 dipendenti sui 17000 nel mondo, il 91% dei quali è laureato. "
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