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Trattativa Stato-mafia: assolto Mancino, condannati Dell'Utri e Mori

Trattativa Stato-mafia: assolto Mancino, condannati Dell'Utri e Mori

Condannati a pene comprese tra gli 8 ed i 28 anni di carcere gli altri imputati

PALERMO. E' arrivata la sentenza per il processo a Palermo sulla trattativa tra Stato e mafia. L'ex presidente del Senato Nicola Mancino è stato assolto dall'accusa di falsa testimonianza "perché il fatto non sussiste". L'ex generale Mario Mori e Marcello Dell'Utri sono stati condannati a 12 anni.

Massimo Ciancimino è stato condannato a otto anni per calunnia nei confronti dell'ex capo della Polizia Giovanni de Gennaro. E' stato invece assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

La sentenza nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo è stata attesa da una folla di cronisti. Giornalisti e cameramen, anche dall'Inghilterra e dalla Francia, sono arrivati nell'aula Bachelet per aspettare la decisione della Corte d'assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto.

Mancino, che non era in aula, ha atteso la sentenza nella sua abitazione a Roma insieme con la sua famiglia. Per lui l'accusa aveva chiesto la condanna a sei anni di carcere. "Ho appena sentito il senatore Mancino al telefono, ha espresso tutta la sua gioia. Era molto emozionato. Era con la sua famiglia per gioire con loro" ha detto all'Adnkronos Nicoletta Piergentili, uno dei legali del senatore.

Quella su Dell'Utri "è una sentenza inaspettata sicuramente" ha detto il suo legale Giuseppe Di Peri. "C'è un periodo nel quale Dell'Utri è stato assolto, che sembrerebbe quello precedente al governo Berlusconi, e un altro in cui ha riportato una condanna estremamente pesante a 12 anni. Sono state accolte le richieste della Procura - ha aggiunto - E' una sentenza che porremo nel nulla nel momento in cui formuleremo l'impugnazione".

"Aspettiamo di leggere le motivazioni però è chiaro che 12 anni di condanna la dicono lunga sulla decisione della Corte - ha detto l'avvocato Basilio Milio, legale dell'ex generale dei carabinieri Mario Mori - C'è però in me un barlume di contentezza, in un mare di sconforto. Sono contento perché so che la verità è dalla nostra parte. E' un giorno di speranza. Possiamo sperare che in appello ci sarà un giudizio perché questo è stato un pregiudizio".

 
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