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23 Maggio 2018 - 18:50
Esulta Di Maio: «Inizia la Terza Repubblica». Quasi due ore di colloquio al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e Giuseppe Conte, indicato da Lega e M5S come presidente del Consiglio.
ROMA. Giuseppe Conte salirà al Colle alle 17.30. La comunicazione ufficiale del Quirinale arriva dopo la conferma sul suo nome di Lega e M5S per il conferimento dell'incarico da premier. Finisce così, salvo ulteriori colpi di scena, l'attesa per la formazione di un esecutivo giallo-verde. La convocazione di Mattarella ha comprensibilmente suscitato soddisfazione in casa Lega, con fonti di via Bellerio che assicurano: "Siamo pronti a partire". Esulta il leader grillino Luigi Di Maio: "Inizia la Terza Repubblica, l'avevo promesso"
Il 'curriculumgate' che solo ieri aveva investito Conte non ha quindi scalfito la fiducia riposta nel professore universitario, che in tarda mattinata aveva visto confermata ancora una volta l'investitura da parte dei vertici del Movimento. "Conte è e resta assolutamente il candidato premier del M5S e della Lega", aveva spiegato stamattina il capo politico grillino. Concetto ripetuto e poi ampliato dal capogruppo del Movimento al Senato Danilo Toninelli, che ai microfoni di '6 su Radio 1' rassicurava su come non ci fosse nessun ripensamento sulla designazione di Giuseppe Conte alla guida di palazzo Chigi: "Il professor Giuseppe Conte rimane il nostro candidato e della Lega. Conte - spiegava - ha alle spalle circa 17 milioni di voti che sono i cittadini italiani che ci hanno votato il 4 marzo. E non sarà certo una stupidaggine inventata relativa al suo curriculum a cambiare le cose. Sfido chiunque - diceva - a trovate scritto 'master' o 'specializzazione' in qualche università perché non lo ha scritto, lo trovate online".
"Il professor Conte - sottolineava ancora Toninelli - ha scritto 'perfezionamento degli studi', come fanno tanti nostri bravissimi ricercatori. Lui andava nelle università straniere per perfezionare e approfondire, non solo l'inglese giuridico, ma le materie specifiche delle università per le quali lavorava. È una brava persona, competente, seria, e penso che sarà un ottimo presidente del Consiglio di tutti gli italiani".
"Sono convinto - assicurava profetico il capogruppo al Senato - che oggi verrà dato l'incarico e finalmente tra pochi giorni potrà partire questo governo che sarà un governo politico".
Uno scenario molto diverso rispetto a quello prospettato solo stamattina da Emilio Carelli, neo deputato Cinquestelle ospite stamattina negli studi di Agorà, che alla domanda se Conte potesse saltare come candidato premier aveva risposto: "Non escludo questo, perché non sappiamo cosa succederà oggi".
In mattinata il Movimento era partito all'attacco del Capo dello Stato. Particolarmente dura la deputata M5S ed ex capogruppo e portavoce alla Camera Fabiana Dadone, che su Facebook si scagliava: "Mattarella che riflette dopo aver dato l'ok a ministri come Fedeli o Lorenzin e i rappresentanti UE che minacciano gli italiani stanno diventando il più grande volano all'antipolitica. La pazienza - avverte - è al limite, non giocate con la sofferenza delle persone, non ne avete il diritto!"
Un caso poi l'intervento, sempre su Facebook, di Alessandro Di Battista, giudicato "eversivo" da alcuni esponenti del Pd, Ceccanti in testa. "Il Presidente Mattarella - ha scritto l'esponente grillino - ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica ovvero ai cittadini ai quali appartiene la sovranità. Per settimane, in una fase delicatissima dal punto di vista istituzionale, ha ricordato ai partiti politici le loro responsabilità. Per giorni ha insistito sull'urgenza di formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una maggioranza si è formata, una maggioranza che piaccia o non piaccia al Presidente Mattarella o al suo più stretto consigliere, rappresenta la maggior parte degli italiani".
L'ex parlamentare 5 Stelle chiama in causa il Capo dello Stato e rimarca: "Sono gli italiani ad avere diritto ad un governo forte, un governo capace di intervenire, se necessario con la dovuta durezza, per ristabilire giustizia sociale. Un governo capace soprattutto di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno ma non dovrebbe intimorire chi ha l'onore di rappresentare l'unità nazionale".
"Il Presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l'avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla", insiste Di Battista, che in un post scriptum lancia un appello: "Invito tutti i cittadini a farsi sentire. Usiamo la rete, facciamo foto, video. È in gioco il futuro del Paese".
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