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18 Giugno 2015 - 12:09
Il leader della Lega: il problema non è il Papa, ma distinguere i clandestini dai rifugiati veri
ROMA. «Donare il sangue è bello perché è anonimo e volontario. Spero che il mio sangue vada a uno straniero in difficoltà». Il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, si è recato questa mattina all'Avis di Milano per donare il sangue. Ai giornalisti ha spiegato di farlo da quando «avevo 18 anni e non mi interessa a chi va purché vada a chi ne ha bisogno».
Con l'occasione, Salvini torna a commentare le parole pronunciate da papa Francesco che ha invitato a chiedere perdono per le istituzioni che respingono i rifugiati: «Il problema - ha detto - non è il Papa. La Chiesa fa anche troppo. Il problema è distinguere i clandestini dai rifugiati veri». In Vaticano, ha aggiunto, «non mi pare che ci siano tendopoli. Io rispetto tutti ma chiedo rispetto. Ciascuno fa quello che può e l'Italia fa anche troppo. Il Papa fa il Papa. Io sono l'ultimo dei buoni cristiani, sono un peccatore ma sono stufo di chi fa la morale a spese degli altri». Circa l'annuncio fatto dall'Ungheria di voler alzare un muro per arginare il fenomeno migratorio, infine, il segretario del Carroccio dice: «Non mi piacciono i muri ma mi piacerebbe che fossero rispettate le regole che ci sono».
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