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03 Luglio 2015 - 12:00
Un automobilista di Udine ricorre al Tar per danni «esistenziali» e «disagio»
ROMA. Tra gli stati d'animo che possono causare i lavavetri ai semafori ci sono «danni esistenziali», «ansia» e «disagio»: questo è quanto un automobilista irascibile ha vissuto sulla propria pelle, decidendo di chiedere un risarcimento al Comune di Udine.
Secondo quanto stabilito dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, nella sentenza 13568/2015 depositata ieri, sarà il giudice amministrativo a decidere. Infatti - si legge sul sito Enti locali & Pa del Sole24Ore - se venisse riconosciuta all'ente la responsabilità di prendere provvedimenti "contingibili ed urgenti" per tutelare la "sicurezza urbana", dovrà essere il Comune a occuparsi del risarcimento.
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