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18 Marzo 2019 - 14:33
Nelle analisi del sangue e delle urine di Imane Fadil, testimone chiave dei processi Ruby, ci sono livelli alti di alcuni metalli pesanti, "come l'antimonioche ha dato a un esame sommario su un campione di sangue già lavato un risultato di 3, mentre il range è tra 0,02-0,22". Lo rende noto il procuratore capo di Milano, Francesco Greco. "Non conoscendo le cause della morte, nulla si può escludere" anche vista la presenza di metalli pesanti nel corpo della 34enne, "per cui d'accordo con i medici legali si è pensato di procedere con cautela per non esporre a possibili conseguenze dannose i medici che eseguono l'autopsia", sottolinea Greco. La presenza di eventuali sostanze radioattive nel corpo della 34enne è dunque, per ora, un'ipotesi senza certezze. "E necessario procedere con particolari attrezzature tecniche, anche con l'intervento specializzato dei vigili del fuoco. Nei prossimi giorni procederemo all'estrazione di alcuni campioni, poi alla normale autopsia", conclude il procuratore.
Nel frattempo i pm di Milano che indagano sulla morte di Imane Fadil, testimone chiave dei processi Ruby, stanno ascoltando come persona informata dei fatti il direttore sanitario dell'Humanitas, dove la 34enne di origine marocchina è morta, forse per avvelenamento, dopo circa un mese di agonia.
L'audizione è in corso nell'ufficio del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che coordina le indagini per omicidio volontario. L’uomo è solo uno dei vari testimoni ascoltati in questi giorni dai magistrati titolari del fascicolo per far luce sulla morte delle accusatrici di Silvio Berlusconi nell'inchiesta sul ‘Bunga bunga’.
Il direttore sanitario dell'Humanitas Michele Lagioia sta rispondendo, da quasi due ore, alle domande dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, titolari oltre che dell'inchiesta sulla morte di Fadil anche dei processi Ruby.
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