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Rapporto Bankitalia
20 Giugno 2024 - 15:04
Economia in chiaroscuro
NAPOLI. È ancora in chiaroscuro in Campania il quadro economico che nel 2023 rallenta sia per l’indebolimento della domanda interna dell’1,5 per cento nei trimestri centrali rispetto al 2022, sia per il calo dell’1,5 per cento rispetto allo stesso anno del valore aggiunto dell’attività economica in genere. Secondo le stime della Banca d’Italia sull’andamento economico in Campania nel 2023 presentate ieri presso la sede napoletana di via Cervantes dal direttore Daniela Palumbo e da quello della Divisione Analisi e Ricerca, Luigi Leva, ci «sono però segnali importanti in positivo di aumento dell'occupazione stabile, riduzione del tasso di disoccupazione e soprattutto aumento del tasso di partecipazione che lasciano ben sperare. La quota di famiglie in povertà assoluta resta però ancora di tre punti percentuali più alti (11,3%) della media nazionale», ha affermato Leva.
E segnali in chiaroscuro vengono dagli investimenti delle imprese, influenzati dagli scenari geo-politici e dall’inflazione, dopo la crescita consistente registrata lo scorso anno e che oggi è al di sotto del punto percentuale. Nel 2023 è migliorata l’occupazione (+2,6%, sebbene in misura minore rispetto al Mezzogiorno), in particolare nel settore agricolo, nei servizi ed in misura minore nell’industria; il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 17 per cento; sono aumentati i contratti a tempo indeterminato (51mila posizioni nuove), anche per la trasformazione di quelli già in essere a tempo. E sono cresciuti i servizi alle imprese e alle persone, sebbene in misura più contenuta rispetto al biennio 2021-2022. E’ prosegue inoltre la crescita dell’export (+29,2%), riconducibile per circa 2/3 al farmaceutico (verso Svizzera) e per ¼ all’automotive (verso il Nord America); una tendenza espansiva che si registra anche nei primi tre mesi del 2024. È cresciuto infine il turismo, soprattutto grazie alla componente estera anche se le presenze nel 2023 sono risultate inferiori ai livelli pre-covid. È rallentata invece l’industria manifatturiera che ha registrato un calo delle vendite passato in poco più di un anno da positivo a negativo. L’edilizia privata, invece, ha risentito delle limitazioni normative per l’accesso al Superbonus introdotte a inizio 2023. Il settore è stato tuttavia sostenuto dall’accelerazione degli investimenti in opere pubbliche: vi hanno concorso l’approssimarsi della scadenza del ciclo di programmazione Fesr 2014-2020 e le spese per l’attuazione del Pnrr che in Campania sono cresciute del 40 per cento, rispetto al 9 per cento del 2022. Oltre il 50 per cento del valore delle opere pubbliche bandite è risultato messo a gara dalle amministrazioni nazionali (oltre 8 mln di euro). Ai Comuni è invece riconducibile il numero maggiore di gare bandite, pari ad oltre l’80 per cento del totale per importi di valore contenuto: il 50 per cento non superava infatti i 150mila euro. In generale, il valore aggiunto delle costruzioni, tra pubbliche e private, ha continuato a crescere (+3,8%), sebbene a ritmi più contenuti rispetto al 2021 e 2022.
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