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NAPOLI UNITA AL VENEZUELA

“Vattene Maduro”, esuli in sostegno di Edmundo Gonzàles Urrutia

Proteste in 300 città nel mondo per chiedere alle nazioni di fare pressione su Maduro affinché si faccia da parte

"Vattene Maduro", in piazza Plebiscito gli esuli radunati in sostegno di Edmundo Gonzàles Urrutia

NAPOLI. Sono arrivati prima dell’orario stabilito per la manifestazione (tra le ore 19 e le ore 20 del 17 agosto) e hanno aperto una enorme bandiera con i colori del Venezuela. Un centinaio di esuli venezuelani di Napoli si sono radunati in piazza Plebiscito rispondendo all’appello dell’opposizione, guidata da Maria Corina Machado, che ha indetto manifestazioni in Patria e in oltre 300 città del mondo per rivendicare la vittoria alle elezioni presidenziali del 28 luglio del candidato dell’opposizione Edmundo González Urrutia. Slogan contro Nicolás Maduro che si è autoproclamato vincitore con il 51,9% (mentre l’opposizione attribuisce il 70% a González ); “Largate, Maduro” (Vattene Maduro), “Que se vaya el asesino” (Via l’assassino).

Qualcuna delle tante donne presenti va anche oltre, e vola qualche insulto. Al megafono, parla Jesús Hernández, da 25 anni a Napoli, considerato il capo della Comunità venezuelana della nostra città.

Spiega con calma come sono state manipolate le elezioni: Maduro controlla l’esercito, la polizia politica, il Tribunale elettorale, la Corte suprema di Giustizia. Poi racconta un episodio: «perfino un funzionario del Consolato di Venezuela mi ha detto di essere stato obbligato a votare per Maduro».

«Il risultato è stato manipolato – aggiunge – . Lo hanno riconosciuto gli osservatori dell’ONU e del “Centro Carter” (fondato dall’ex presidente USA e specializzato nel monitoraggio delle consultazioni elettorali. Quindi, non si tratta di ripetere il voto. I venezuelani hanno votato e ha vinto il candidato dell’opposizione».

Parlando con il ROMA, Hernández ringrazia il Governo italiano «per la solidarietà che ci è stata espressa». «Ma gli chiediamo – aggiunge – di essere più incisivo con Maduro».

Come fare accettare la sconfitta a chi controlla forze armate e polizia, oltre a milizie private? «I vertici delle forze armate sono con lui perché hanno paura di dover rispondere dei loro crimini: uccisioni, sparizioni di oppositori. Ma c'è molto malcontento nei quadri dell'Esercito, noi pensiamo che le circostanze possano spingere Maduro a farsi da parte».

Tra gli 8 e i 9 milioni di venezuelani hanno lasciato il Paese dal 1999, quando la democrazia fu abbattuta dal dittatore Hugo Chávez, che instaurò un regime socialista, sostenuto da Cuba. «Ringraziamo Napoli e l’Italia per quanto ci hanno dato – dice Hernández, commosso - ma noi vogliamo tornare in Patria, in un Venezuela libero».

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