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L'indagine
22 Settembre 2024 - 11:14
Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia
ROMA. Nuovo colpo di scena nel caso Boccia-Sangiuliano: i carabinieri del nucleo investigativo di Roma hanno perquisito l’abitazione a Pompei di Maria Rosaria Boccia in relazione all’indagine aperta in seguito alla denuncia presentata dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Nel corso dell’attività istruttoria è stato sequestrato materiale informatico oltre al telefono cellulare dell’imprenditrice di Pompei, che è iscritta nel registro degli indagati della Procura di Roma.
SEQUESTRATI ANCHE GLI OCCHIALI SMART. L’indagine è coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal procuratore aggiunto Francesco Cascini. A casa di Boccia gli investigatori avrebbero trovato in un cassetto anche gli occhiali smart, i cosiddetti “occhiali-spia” di cui tanto si è parlato perché utilizzati in passato dalla donna per effettuare una serie di filmati anche all’interno della Camera dei deputati. Per questa ragione la stessa Boccia ha anche subito una sorta di “Daspo” dai palazzi della politica romana. Quanto posto sotto sequestro verrà adesso analizzato dai carabinieri che hanno ricevuto la delega dai pm di piazzale Clodio.
LESIONI, VIOLENZA PRIVATA E IL FURTO DELLA FEDE NUZIALE IN ORO. Nell’esposto presentato dal difensore di Sangiuliano, l’avvocato Silverio Sica, che è al vaglio della sostituta procuratrice Giulia Guccione, vengono ipotizzati alcuni reati, tra cui presunta violazione della privacy, lesioni, violenza privata e il furto della fede nuziale in oro dell’ex ministro al la Cultura. L’avvocato di Sangiuliano, aveva affermato che il suo assistito era stato oggetto di presunte «pressioni illecite» da parte dell’imprenditrice di Pompei, aggiungendo che all’esposto sarebbero stati allegati anche una serie di documenti «che dimostrano l’assoluta correttezza della condotta del mio assistito fornendo anche una ricostruzione cronologica dei fatti».
E tra i documenti ci sarebbero anche i molti post pubblicati nelle scorse settimane dall’ex collaboratrice del ministro. Agli atti anche l’episodio della ferita alla testa, che farebbe scattare l’accusa di lesioni, che l’imprenditrice avrebbe causato a Sangiuliano la notte tra il 16 e il 17 luglio scorso al culmine di un diverbio. Nell’esposto presentato dalla difesa di Sangiuliano, invece, non sarebbero state allegate le chat comparse venerdì sul quotidiano “La Verità”. Boccia avrebbe chiesto all’ex ministro di poter controllare il suo cellulare, pena, in caso di rifiuto, l’inoculazione di un trojan.
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