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LA PREGHIERA NEGATA

I fedeli della messa in latino inviano una petizione al Cardinale Zuppi

"Fateci celebrare con il rito Tridentino". L'appello già presentato all'arcivescovo di Napoli, monsignor Battaglia, è rimasto senza risposta

I fedeli della messa in latino inviano una petizione al Cardinale Zuppi

NAPOLI. Tenuti fuori dalle stanze della Curia di Napoli, a Largo Donnaregina, dove avevano chiesto di poter incontrare l'Arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, o un suo delegato, i fedeli della Messa in latino di Napoli chiamano in causa il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei.

Dopo il divieto imposto dall'arcivescovo Battaglia alla celebrazione della Messa in latino con il rito antico, copia della petizione accompagnata da 250 firme consegnata il 23 settembre alla segreteria dell'arcivescovo è stata inviata al Cardinale Zuppi.

«Finora, non abbiamo avuto nessuna risposta da don Battaglia - dice Antonio S., 34 anni, ricercatore universitario - è un brutto segnale perché si accompagna alla indisponibilità al dialogo con i fedeli del rito antico, che nella Diocesi di Napoli sono centinaia».

«Ecco perché ci appelliamo al cardinale Zuppi, che sappiamo attento a questi temi e non ostile al rito tridentino, celebrato nel mondo in migliaia di chiese - prosegue Antonio - A Napoli è stato quasi cancellato e affidato in regime di monopolio a un Istituto religioso con sacerdoti stranieri».

Sull'iniziativa dei fedeli nessun commento dalla Curia di Napoli, contattata dall'Agi. Il 18 maggio scorso l'arcivescovo di Napoli, dopo due anni di non ostilità verso il rito antico, celebrato in sette tra chiese e conventi della Diocesi e frequentato da centinaia di fedeli, ha emesso un decreto che vieta la celebrazione della Messa in latino promossa dai coetus fidelium (gruppi di fedeli, ndr) attivi da una ventina di anni e da sacerdoti, peraltro già autorizzati, concedendo solo a un istituto religioso francese il diritto di celebrare la Messa in latino.

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