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Il sequestro e "la conferma": quella saccheggiata è la Napoli pre-Ducato

L'intervento dei carabinieri nella chiesa attraversata da scavi abusivi nel sottosuolo di piazza Borsa spinge lo studio sul periodo della poco nota Napoli Medioevale

Il sequestro e "la conferma": Napoli pre-Ducato saccheggiata

La scoperta degli scavi abusivi nel sottosuolo di piazza Borsa

Il 4 ottobre i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli hanno scoperto nei pressi di Piazza Borsa una chiesa medievale, databile all’XI secolo, posta a 8 metri di profondità dal livello strada. L’antica chiesa era stata individuata attraverso scavi abusivi condotti da un imprenditore in alcuni locali terranei di sua proprietà. Sulle pareti della chiesa sono ancora visibili resti di affreschi, un raro esempio di arte medievale. Gli studiosi di Storia napoletana Gennaro De Crescenzo e Antonio Vito Boccia -sulla base delle opere e della pianta di Napoli intorno all’ anno Mille redatta da Bartolommeo Capasso – avanzano l’ ipotesi che l’ antica chiesa scoperta sarebbe la Cappella detta di Santa Nastasa, che è riportata da Capasso nella sua mappa.

Mentre ultimavamo le ricerche per un libro di prossima uscita sulla storia del Ducato di Napoli e sulla Napoli medioevale, è arrivata la notizia del sequestro di alcuni locali nella zona di piazza Borsa per alcuni scavi archeologici abusivi. Sono stati ritrovati i resti di una chiesa del X-XI secolo con qualche affresco ed uno in particolare con la raffigurazione di Cristo in trono. Il periodo è proprio quello in cui la nostra città è stata un Ducato, prima legato all'Impero d'Oriente, poi del tutto autonomo con esperienze importanti, ma raramente evidenziate, dal punto di vista giuridico e istituzionale: un "giudicato" (ordinamento autonomo che risale al Medioevo, ndr) pre-ducale, avanzatissime forme di "costituzioni" e una significativa partecipazione degli strati medi e alti della popolazione alla vita pubblica. Dal punto di vista economico la Napoli del Ducato era una città sempre più popolata con fiorenti attività commerciali in particolare legate ai pregiati tessuti. Dal punto di vista artistico-culturale era "ponte" tra la grecità bizantina (richiamando le sue origini magno-greche) e la latinità con luoghi di diffusione culturale centrali nello sviluppo della civiltà occidentale. Infine, dal punto di vista religioso - aspetto fondamentale che riunisce anche quelli precedenti - con il fiorire di chiese e monasteri (e le annesse e preziose attività assistenziali) e numerose figure di Vescovi e Santi, anche in questo caso fondendo elementi orientali e occidentali. Inutile dire che, come per altri periodi storici, ed in particolare per quello borbonico, anche per questi sette secoli (dal 476 al 1137, quando Napoli diventò normanna) la storiografia ufficiale e scolastica ha trascurato o cancellato la nostra storia, magari per dare spazio a quella dei Comuni o alla storia del resto dell'Italia.

In questo caso emerge la polemica tra Benedetto Croce e gli storici legati all'idea di una "patria" più napoletana che italiana e pensiamo ad uno dei più grandi storici del tempo: quel Bartolommeo Capasso che fu il primo a realizzare grandi ricerche sul Ducato. A proposito degli scavi abusivi, allora, che ora sono oggetto di indagini penali ma anche archeologiche per identificare quei luoghi, don Bartolommeo ci può venire in soccorso. Analizzando i documenti da lui trascritti nei suoi "Monumenta", nella sua "Topografia" e nella straordinaria pianta che ricostruì la città intorno all'anno Mille, potremmo avanzare una interessante ipotesi. A pochissima distanza dalla cappella di Sant'Aspreno, inglobata nel palazzo della Borsa, e dedicata al primo vescovo cittadino, risultano diverse strutture ecclesiastiche (S. Maria, S. Pietro, S. Jasine) tutte denominate "at media" dal nome della "contrada" che poi sarebbe diventata "dei Mercanti" e, dopo il Risanamento, "sedile di Porto". Come si rileva in particolare dalla pianta, la struttura più vicina a Sant'Aspreno è il monastero di "Sant Anastasio e Basilio at Media”. Si trattava di un monastero prima basiliano e poi benedettino sorto intorno alla prima metà del X secolo. Retto da un "igumenus" (autorità religiosa, ndr) bizantino, sarebbe stato soppresso intorno alla fine del 1700, periodo di costruzione del palazzo attuale.

Fino al 1300 esisteva anche una piccola cappella detta "di Santa Nastasa". Sui resti del Monastero sarebbe stato costruito tra il 1700 e il 1800 - il palazzo che si trova nei pressi dell’edificio della Borsa Si tratta, allora, in attesa di altri dati, dell’ennesima dimostrazione della rarità delle testimonianze di quel tempo e della scarsissima attenzione finora riservata ai resti di una intera, importante e affascinante epoca come quella del Ducato. Si tratta, allora, di una ulteriore conferma della necessità e della bellezza di effettuare ricerche e studi sulla nostra grande storia.

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