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georgia
14 Dicembre 2024 - 15:15
NAPOLI. La Georgia a Napoli conta una comunità di circa 860 persone (Tuttitalia.it; statistiche demografiche) e, ieri sera, gli immigrati georgiani erano in gran numero seduti nelle poltrone del Teatro Acacia, dove una sala pienissima ha applaudito il Royal Ballet di Georgia, nella esecuzione delle loro danze antichissime, tipiche delle varie regioni strette tra Russia, Turchia, Armenia e Azerbaijan.
I georgiani, anche in Italia, erano in attesa di conoscere i cambiamenti ai quali stanno per andare incontro. Poco fa, la Commissione elettorale, controllata dal partito al governo Sogno Georgiano e boicottato dall'opposizione, ha eletto Mikheil Kavelashvili con 224 voti come prossimo capo di Stato per un mandato di cinque anni. Lo ha annunciato il presidente della commissione elettorale centrale Giorgi Kalandarishvili. L'opposizione ha denunciato le elezioni di oggi come "illegittime" e ha affermato che il presidente in carica, Salome Zurabishvili, rimane l'unico leader legittimo del Paese.
Un po’ della cultura georgiana è stata rappresentata ieri sera all’Acacia, con lo spettacolo travolgente “Fire of Georgia”: strepitosi virtuosismi maschili, fatti di salti acrobatici, piroette incredibili e combattimenti con le spade, alternate a danze di incantevole grazia femminile.
Sono state le danze con le spade a mandare in visibilio il pubblico, per le scintille che si sprigionavano dall’urto tra le lame in uno scatenato combattimento danzato sui suoni di tamburi e panduri, gli strumenti a corda utilizzati nella esecuzione di musiche folk locali.
Interessante esperienza è stata stare seduta accanto a una giovane georgiana, Maka Khachoshvili, che vive a Napoli da 17 anni. «Sono arrivata qui per studiare, poi, siccome non siamo un paese dell’Unione europea, per restare ho cominciato a lavorare – ha raccontato – E poi ho potuto riprendere gli studi». Oggi Maka è mediatrice linguistico culturale e interprete e, come i suoi connazionali che vivono all’estero, segue con apprensione le fasi politiche che attraversa il suo Paese. «Se l’Europa e gli Stati uniti ci abbandonano, come avvenne nel 2008, questa volta lo Stato della Georgia non esisterà più» commenta rassegnata.
«Putin vuole ricostituire l’Unione Sovietica e aspira ad annettere la Georgia…» prosegue.
La interrompo: «Ma anche la Moldavia…».
«No – replica – punta molto sulla Georgia. Da sempre, più che per altre Nazioni».
Poi, Maka continua a seguire il balletto dei suoi connazionali: danzano tre donne e tre uomini che roteano sul palco con abiti bellissimi con delle lunghissime maniche. «Mi piacciono tantissimo – esclama - ogni scena rappresenta una delle nostre Regioni. Questa è l’Ossezia, che ci fu tolta nel 2008». Si riferisce alla prima guerra europea del XXI secolo. Un conflitto armato che durò 5 giorni tra Russia e Georgia e che terminò con l’Abcasia e l’Ossezia del Sud passate sotto il controllo della Russia.
Nello spettacolo “Fire of Georgia” erano rappresentati anche i costumi tipici e le danze delle regioni “perdute” nel 2018. «Ogni danza racconta una nostra storia» sottolinea la giovane georgiana. Ci sono i commercianti che andavano a portare la serenata ai fidanzati, poi ci sono i guerrieri delle montagne e le donne che abitano regioni montuose. E tre bellissime donne con abiti da regina, sembrano fate: «Sono le tre Maja». Una cultura totalmente estranea alla nostra, quella georgiana, che vive a Napoli – soprattutto, negli ultimi tempi, con tante donne e bambini – e fa riferimento alla Cooperativa Sociale Dedalus che ha dedicato una sezione della biblioteca di Officine Gomitoli alla comunità georgiana, di cui Maka Khachoshvili è referente.
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