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18 Gennaio 2025 - 17:56
Vittorio Feltri
ROMA. Vittorio Feltri non ha dubbi: reintrodurre il latino come materia opzionale alle medie, come proposto dal Ministeo dell’Istruzione Giuseppe Valditara, è «una stupidaggine». In un’intervista all’AGI, il direttore editoriale de Il Giornale spiega perché la lingua dei nostri antenati non è un’eredità polverosa, ma il cuore pulsante della nostra identità culturale e linguistica.«Il latino non è una lingua morta, ma la base della nostra cultura. Trattarlo come un’opzione significa condannarlo all’oblio. Se vogliamo fare davvero la differenza, dobbiamo renderlo obbligatorio, non una scelta. Senza il latino perdiamo noi stessi, perdiamo il contatto con le nostre radici. E senza radici, cosa siamo? Niente».
Feltri apprezza che la proposta abbia riportato il tema al centro del dibattito, ma per lui non basta. E ricorda il passato: «Quando ero ragazzo si iniziava il latino alle medie. Si partiva con rosa, rosae, e in terza media già si traduceva il De Bello Gallico. Non era impossibile, anzi. È a dieci anni che si forma la base culturale di una persona, non a diciotto, quando ormai si è proiettati verso materie tecniche». Per Feltri, la decisione di togliere il latino dalle scuole medie con la riforma degli anni Sessanta è stata un errore disastroso. «Una follia. È stato come togliere le fondamenta a un edificio. E per cosa? Per nulla. Il risultato è evidente: un impoverimento culturale generalizzato. Togliere il latino significa non capire la matrice dell’italiano, che altro non è che un latino volgare. Non conoscere il latino vuol dire non comprendere davvero la nostra lingua».
Il direttore va oltre il valore linguistico, sottolineando l’importanza formativa della materia: «Il latino è rigore, è logica. Ti insegna a pensare, a ordinare le idee. Oggi manca la capacità di ragionare, siamo immersi nella superficialità. Il latino, invece, è una palestra per la mente. Ed è una palestra di cui abbiamo disperatamente bisogno». Feltri critica anche l’eccessiva enfasi sulla digitalizzazione a scuola. «Io il telefonino lo uso appena. Le competenze digitali non servono a nulla se non c’è una mente ben formata. Con il latino costruisci una base solida. Senza quella, tutto il resto è aria fritta». Nel suo libro Il latino, lingua immortale. Perché è più vivo che mai, Feltri racconta la vitalità della lingua che molti considerano erroneamente morta. «Non ho scritto un libro nostalgico. Il latino è vivo. Senza, non solo perdiamo le nostre radici, ma smettiamo di capire chi siamo. Per questo deve tornare obbligatorio. Non è un’opzione, è una necessità».
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