Cerca

quel che non si vede

Processione del "Santo" nelle ferite della città

Centro antico di Castellammare di Stabia: la Via Crucis del degrado

Processione del "Santo" nelle ferite della città

Castellammare di Stabia, Largo Caporivo

CASTELLAMMARE DI STABIA. In Cattedrale non sono entrati, ma il saluto a San Catello, il patrono di Castellammare di Stabia, celebrato questa mattina in una lunga giornata di cerimonie religiose e civili, ha ricevuto un tributo mai tanto intenso da parte dei cittadini radunatisi lungo le strade della processione. Oltre 10mila persone hanno stimato gli uomini della Digos che, insieme agli agenti del Commissariato locale e i carabinieri hanno assicurato la buona riuscita della manifestazione.

Presenti tutte le Congreghe cittadine, parroci, suore e sacerdoti. La banda e il Gonfalone del Comune con il sindaco Luigi Vicinanza e alcuni componenti della Giunta. L’Arcivescovo della Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, monsignor Francesco Alfano, ha benedetto i presenti lungo tutto il percorso che, a gennaio, prevede l’itinerario del Centro antico e un saluto agli operai nella Fincantieri, “luogo simbolo della città, come l’ha definita il Vescovo che ha dedicato agli storici cantieri navali borbonici parole da ricordare: «Qui il sudore e la fatica si trasformano in creazione - ha detto Alfano - Qui il mare incontra il coraggio degli uomini. Questo è il cuore di Castellammare, un cuore che pulsa tra il rumore delle macchine e il silenzio delle attese, tra il peso delle incertezze e la forza della speranza».Ogni anno, l’ingresso della statua di San Catello, portata a spalla da una ventina di portatori che si alternano per la fatica del lunghissimo tragitto a piedi, è molto atteso e applaudito da tutta la città a cui vengono aperti i cancelli dello stabilimento.

Lungo le strade, dai balconi dei palazzi del fatiscente centro antico, meravigliose coperte finemente ricamate hanno reso omaggio al passaggio della processione. Qualcuno ha esploso fuochi d'artificio e altri hanno lanciato petali di fiori e coriandoli colorati sulla statua del santo patrono che, in un detto degli stabiesi si dice "protettore dei forestieri".

Fincantieri, come le tappe in cui il pesantissimo baldacchino di sostegno al Santo viene appoggiato ai bastoni per lasciar riposare i portatori, è stata una delle “Stazioni della Via Crucis” di Castellammare di Stabia: i luoghi delle ferite della città mai sanate e che chiedono riflessione e azione da oltre 60 anni.

Le vie del centro storico, via Gesù, poi quelle che affiancano il Porto, l’Acqua della Madonna, via Santa Caterina, Piazza Pace, Piazza Caporivo... case crollate e mai ricostruite, degrado, vicoli maleodoranti, abusivismi in abitazioni fatiscenti.

C’è tutta la povertà sociale e culturale in quei vicoli che ha attraversato la processione di San Catello. Il Vescovo Alfano ha invitato gli stabiesi a “coinvolgersi” a partecipare alla vita cittadina e ha offerto “comprensione” ai giovani. Ma la città ha bisogno di un risanamento disatteso da oltre mezzo secolo.

La processione si è chiusa con gli applausi e le campane che suonavano a distesa, gli stabiesi, benedetti dal Vescovo si sono segnati con la croce e hanno ringraziato con silenziose preghiere e sventolii di fazzoletti per avere festeggiato il santo patrono. La statua di San Catello uscirà di nuovo a maggio, per attraversare le strade cosiddette dello shopping, il "salotto buono" che vede di giorno in giorno sempre più serrande chiuse e sembra non salvarsi dalla crisi economica di una città che aspira a diventare turistica, ma che, nonostante il suo splendore, stenta ad avviarsi in questa direzione.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori