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associazione terra dorea
28 Febbraio 2025 - 15:11
Claudia Majolo
NAPOLI. La presidente dell'associazione Terra Dorea, Claudia Majolo, impegnata in prima linea per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, denuncia con forza la superficialità delle istituzioni e la mancanza di una vera e propria volontà di affrontare il problema in modo serio.
Secondo i dati più recenti, i suicidi nelle carceri italiane sono in aumento. Ogni mese si registrano nuovi casi di detenuti che, privati della libertà e schiacciati dalla solitudine e dall'abbandono, scelgono di porre fine alla loro esistenza. La situazione è critica, ma la reazione delle istituzioni appare sorda, priva di interventi efficaci. Piuttosto che agire concretamente, si assiste a dichiarazioni altisonanti da parte di ministri, sottosegretari e altri alti funzionari pubblici, che sembrano dimenticare di appartenere agli stessi ministeri che potrebbero affrontare la crisi.
"L'assenza di una risposta reale non può più essere ignorata", afferma con durezza Majolo. "Ogni giorno, notizie di nuovi suicidi e di condizioni di vita intollerabili arrivano dai penitenziari, ma nessuna azione concreta sembra essere intrapresa per risolvere la situazione. I detenuti, costretti a vivere in ambienti sovraffollati e spesso degradati, sono completamente abbandonati a sé stessi, senza nemmeno un adeguato supporto psicologico o la possibilità di reinserirsi in modo dignitoso nella società."
E’ stato introdotto un decreto legge 92/2024 che prevede la creazione di strutture residenziali adatte ad ospitare i detenuti, con l'obiettivo di favorire il loro reinserimento sociale e di abbattere il sovraffollamento nelle carceri. Ad oggi, però, non è stato fatto alcun passo significativo per realizzare queste strutture, né sono stati definiti i requisiti necessari per la loro attuazione. Le promesse fatte da tempo rimangono lettera morta.
La Presidente dell'associazione Terra Dorea ha più volte sollevato il problema, proponendo soluzioni concrete per alleviare la pressione sulle strutture carcerarie e migliorare la qualità della vita dei detenuti. Tuttavia, le risposte ricevute sono state deludenti, sempre superficiali e mai orientate a risolvere i problemi in maniera diretta e realistica.
"Lo Stato sembra fare orecchie da mercante", continua Majolo, "continuando a dare la sensazione di non voler risolvere un'emergenza che sta mettendo in pericolo vite umane. Le politiche penitenziarie continuano a restare un tema trattato marginalmente, senza che venga mai presa una decisione davvero risolutiva. Anche la lentezza della giustizia, che dovrebbe applicare le leggi con equità e tempestività, contribuisce alla perpetuazione di una condizione disumana. Troppe volte, i magistrati sembrano perseguire solo i propri interessi, rallentando o bloccando le soluzioni proposte, senza rendersi conto che la giustizia dovrebbe essere anche una questione di umanità."
Cosa bisogna aspettare ancora? Quante altre morti sono necessarie prima che si prenda coscienza dell'urgenza della situazione? Ogni giorno che passa senza una risposta concreta significa un altro detenuto a rischio, un altro suicidio da registrare, un altro uomo che perde la speranza. Le proposte avanzate da associazioni come Terra Dorea non sono utopistiche: sono soluzioni praticabili, che potrebbero finalmente dare una risposta adeguata alla situazione di emergenza che si vive nelle carceri italiane.
Per far fronte a questa crisi, è necessario un impegno concreto, non solo da parte delle istituzioni politiche, ma anche da parte di tutti gli attori coinvolti nel sistema della giustizia. La dignità dei detenuti non può essere più trascurata, perché ogni vita umana ha un valore che va oltre la condanna.
In risposta all'inaccettabile inerzia delle istituzioni, la presidente Majolo, la vicepresidente Maria Saffo Di Maio e gli associati tutti, e con il supporto dei familiari dei detenuti, hanno annunciato che saranno presto programmate manifestazioni pubbliche per sensibilizzare la coscienza sociale e dare un segnale forte a tutte le istituzioni, che dovranno prendersi carico dell’emergenza con azioni concrete e non con manifesti politici e dogmatici.
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