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IL CASO
11 Aprile 2025 - 10:37
ROMA. Sembra incredibile, dove non hanno potuto interventi legislativi ci ha pensato il Fisco. Dopo un intervento dell'Istat, prostituzione ed escort hanno il proprio codice Ateco (acronimo di “ATtività ECOnomiche”), cioè il sistema di classificazione utilizzato per identificare le attività economiche, con numerose ricadute, da quelle statistiche a quelle fiscali.
E tra i codici Ateco si trova di tutto: dagli astrologi-spiritisti fino ai servizi di ricerca grafologica. Insomma ora questi lavoratori del sesso saranno classificati dalle statistiche ufficiali e dovranno pagare le tasse, Irpef e Iva come tutti, anche se già lo potevano fare con i precedenti codici Ateco che erano però molto più generici facendo riferimento a “servizi alla persona non classificati” Ma quale sarebbe l'incasso per lo Stato ammesso che tutti i lavoratori del sesso si mettessero in regola? Dipende chiaramente dal reddito e dalle relative aliquote.
Ma il giro d'affari fiscalmente aggredibile sarebbe enorme: sempre l'Istat lo valutava nel 2022 a circa 4,7 miliardi, cresciuto in un solo anno del 4%. La nuova classificazione Ateco 2025 sviluppata dall'Istat è in vigore da gennaio e ha iniziato a essere utilizzata dall'1 aprile.
La divisione 96 - spiegava l'Istat - «è stata completamente ristrutturata prevedendo nuovi gruppi e nuove classi». È spuntato così il codice 96.99.92 relativo ai “Servizi di incontro ed eventi simili”, che ricomprende: “attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali; fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione; organizzazione di incontri e altre attività di speed networking”.
L'Istat travolta dall'effetto della notizia precisa: «L'implementazione della classificazione Ateco 2025 a livello nazionale riguarderà solo gli operatori economici residenti che svolgono attività legali». E comunque è solo «stato recepito dalla classificazione europea delle attività economiche il codice 96.99», una classificazione che originariamente può riguardare anche attività illegali e serve soprattutto per rendere omogenee a livello europee le statistiche.
La questione non è semplice: avendo codificato e dunque riconosciuto fiscalmente questi lavoratori, l'Agenzia delle Entrate, così come fa con gli autonomi, potrebbe contestare il mancato pagamento delle tasse. Ma il problema oltre a essere fiscale è anche legale: la nuova classificazione sembrerebbe cozzare con il reato di sfruttamento. Diverso il discorso per gli/le escort che prestano solo un servizio di rappresentanza.
Ma chi garantisce all'agenzia di incontri che poi non si sia consumato un rapporto? Il reato di sfruttamento si contesta però solo se il prestatore del servizio non è consenziente. Ma chi potrà stabilirlo? L'avvocata Maddalena Claudia Del Re, penalista ed esperta di diritto di famiglia puntualizza: «Al momento è vietata qualunque forma di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. Il reato è punito con la reclusione fino a sei anni e con la multa fino a 10.329 euro». E ricorda Del Re: «Da anni si discute di una riforma delle norme in materia di prostituzione essendo quelle attuali risalenti alla legge Merlin del 1958». Dubbi anche dal Codacons che parla di un «corto circuito fiscale». La decisione Istat «si pone in netto contrasto con la legge italiana».
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