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Migranti con fascette ai polsi, Piantedosi: pratica normale

Il ministro: adottata dagli operatori in piena autonomia, la rivendico e condivido

Migranti con fascette ai polsi, Piantedosi: pratica normale

NAPOLI. L'utilizzo delle fascette ai polsi dei migranti sbarcati giovedì in Albania "è una pratica normalissima, adottata dagli operatori in loro piena autonomia, che rivendico e condivido". Così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha respinto le polemiche sull'immagine dei quaranta migranti scesi dalla nave Libra e diretti al Cpr di Shengjin, ammanettati con fascette di velcro colorate. Da Napoli per il Med5 dei ministri dell'Interno, Piantedosi ha difeso il comportamento delle forze di polizia impegnate nel trasferimento dei migranti.

"Si tratta di persone trasferite in una condizione di limitazione della libertà personale", ha spiegato il titolare del Viminale, sottolineando che tra loro "c'erano 5 casi di condanna per violenza sessuale, un caso di tentato omicidio, reati contro patrimonio, furti, resistenza a pubblico ufficiale. Un ampio campionario di precedenti", tale da qualificarli "come persone pericolose".

Sull'argomento è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini, con una provocazione: "Quaranta immigrati clandestini, condannati, con precedenti e in attesa di espulsione, trasferiti in Albania in manette. Dovevano essere portati con le mimose e la colomba pasquale o l'uovo? Pensa te che gente strana che siamo". Di tutt'altro avviso il Tai, Tavolo asilo e immigrazione, secondo cui "questa ennesima operazione propaganda messa in atto dal Governo Meloni in Albania, con l’arrivo della prima nave di deportati in manette, è un'insopportabile esibizione di crudeltà, che calpesta i diritti di quelle persone e i principi del nostro sistema giuridico".

La questione dei migranti trasferiti in Albania è stata posta al ministro Piantedosi al termine della riunione dei ministri dell'Interno dei Paesi del Med5 (Italia, Cipro, Grecia, Malta e Spagna) al Palazzo reale di Napoli. Una riunione alla quale hanno partecipato anche il direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens, e il commissario europeo agli Affari interni e alle migrazioni, Magnus Brunner. Al centro dei lavori l'attuazione e l'implementazione del Patto europeo migrazione e asilo, il rafforzamento delle iniziative relative alla dimensione esterna dell'Unione europea, la proposta di modifica del Regolamento europeo sui rimpatri e la lotta ai trafficanti di esseri umani, tema che "continua a essere una priorità per i Paesi Med5", viene sottolineato nella dichiarazione conclusiva del vertice.

I ministri hanno anche evidenziato l'importanza dei rimpatri volontari assistiti, "parte indispensabile di un approccio globale alla gestione della migrazione e una misura efficace per sostenere i rimpatriati nel loro reinserimento economico e sociale nei Paesi e nelle comunità di origine". Dai Paesi del Med5 parte la richiesta alla Commissione europea "di mantenere un adeguato livello di finanziamento" e di "lanciare, nel quadro dell'Alleanza globale per la lotta al traffico di migranti, l'organizzazione di una conferenza internazionale".Infine, i ministri hanno sottolineato che, "per garantire rimpatri rapidi ed efficaci, si dovrebbe evitare l'effetto sospensivo automatico delle decisioni di rimpatrio giuridicamente vincolanti, nel pieno rispetto del principio di non refoulement". 

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