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Festa della Liberazione

25 Aprile, Tajani: «Basta polemiche». Landini: «Non è che beviamo»

Il prefetto di Roma: «Massima attenzione». Anpi: «Invito alla sobrietà superfluo, il pontefice grave perdita per tutti gli antifascisti»

25 Aprile, Tajani: «Basta polemiche». Landini: «Non è che beviamo»

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani

ROMA. «“Sobrietà” è un tema generico, il ministro Musumeci non ha detto sobrietà per le manifestazioni del 25 Aprile. Non c’è da fare nessuna polemica, non c’è nessuna polemica». A dirlo il vicepremier Antonio Tajani parlando a margine della celebrazione di Papa Francesco a Montecitorio.

«Per quello che riguarda le celebrazioni del 25 Aprile, noi speriamo che si svolgano senza turbative. E su questo ci sarà la massima attenzione. Sarà una giornata impegnativa» sottolinea il prefetto di Roma Lamberto Giannini al termine del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

«Il 25 Aprile non è che beviamo e quindi dobbiamo essere sobri. Il 25 Aprile è una giornata di mobilitazione, di lotta per affermare i valori della democrazia nel nostro Paese. Dobbiamo ricordare bene tutti che senza la sconfitta del nazismo e del fascismo e quindi senza la lotta di resistenza, senza la scelta di chi antifascista si è schierato oggi non avremmo la democrazia e la libertà» sottolinea il leader della Cgil, Maurizio Landini, in un’intervista a Radio Popolare.

Gianfranco Pagliarulo, il presidente dell’Anpi, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, taglia corto: «L’invito del Governo alla sobrietà in vista del 25 Aprile è superfluo. La scomparsa di Francesco è una grave perdita per laici e cattolici e in particolare per gli antifascisti che hanno condiviso le sue parole di pace e di fratellanza su scala universale».

Intanto, i Giovani palestinesi d’Italia, Unione democratica arabo-palestinese e Comunità palestinese della Lombardia diffondono un messaggio sui social alla vigilia della Festa della Liberazione che li vedrà protagonisti nel corteo a Milano: «È tempo di restituire al 25 Aprile il suo significato politico, radicale, popolare. Per questo rivendichiamo con forza di aprire il corteo, insieme ai partigiani e a chi porta avanti oggi la loro memoria».

E Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, all’Adnkronos è chiaro: «Purtroppo anche quest'anno si prospetta un 25 Aprile con qualche contestazione. Noi non ci faremo intimidire e restiamo sereni. Ringraziamo Azione, Forza Italia, Noi Moderati e quelle parti di Pd e Più Europa che hanno scelto di venire con noi, contro i negazionisti e i propagandisti che offendono non solo la Brigata ebraica, ma anche la comunità ucraina».

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