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Al lavoro per rifondare il trasporto pubblico

Le “disavventure” alla Indiana Jones, vissute da chi sale su un treno della Circumvesuviana

Al lavoro per rifondare il trasporto pubblico

Che cosa porterà con sé il visitatore che, durante questo lungo scorcio di primavera, ha scelto il Nostro Posto per passare dei giorni di vacanza? Sicuramente il ricordo della bellezza mozzafiato dei paesaggi e sono certo che avrà per molto tempo impressa negli occhi la grandezza di una storia e di una cultura millenarie. Ma per quanto riguarda i servizi? È qui che la questione si complica, e non poco, specie se ha scelto di utilizzare il trasporto pubblico locale. Nonostante, infatti, il tpl rappresenti la spina dorsale non solo della nostra economia, della quotidianità di studenti, lavoratori, pendolari, ma anche un elemento centrale per sostenere la qualità del turismo nelle nostre città e nella regione, siamo di fronte ad un autentico disastro.

Peraltro, senza soluzione di continuità rispetto agli ultimi 10 anni, nei giorni scorsi abbiamo assistito a una serie di episodi che restituiscono un bilancio drammaticamente negativo dello stato di questo delicatissimo segmento del nostro sistema. Più volte abbiamo perfino ironizzato sulle “avventure”, o meglio le “disavventure” alla Indiana Jones, vissute da chi sale su un treno della Circumvesuviana. Ci siamo mortificati, da campani, nel vedere le immagini vergognose di viaggiatori avanzare a piedi sui binari perché avevano dovuto abbandonare i vagoni invasi dal fumo, minacciati da un principio di incendio o rimasti per ore in sconsolata attesa finanche di un bus sostitutivo, poi andato pure in panne dopo un centinaio di metri dalla partenza. E sì, è capitato persino questo.

Ma stavolta è diverso: questa volta si è definitivamente superato ogni limite, perché quella che è venuta totalmente a mancare sui mezzi e sulle linee gestite dall’azienda regionale dei trasporti, l’Eav, è stata la sicurezza. Pasqua è stata funestata dalla tragedia della Funivia del Faito che ha provocato 4 vittime e un ferito grave. Poi, come in un copione che si ripete drammaticamente, si sono succeduti i “soliti” guasti sui treni della Circum, l’ultimo dei quali, il 2 maggio scorso, impone a sua volta una riflessione profonda. Molti di voi avranno visto le immagini, diventate virali in rete, dei vagoni scossi dalle vibrazioni come fossero squassati da un violento terremoto.

Avrete immaginato anche il terrore che si è impossessato di chi era a bordo di quel treno diretto a Sorrento. Di cosa si è trattato? Di quello che tecnicamente si chiama ‘svio’, ossia la fuoriuscita di un treno dai binari, praticamente un deragliamento, innescato dalla perdita di un serbatoio staccatosi dalla locomotrice. Solo per un miracolo, dunque, non si sono registrati morti e feriti perché se il distacco del pezzo fosse avvenuto in un punto del percorso in cui il treno viaggiava a velocità più sostenuta sarebbe stato inevitabile il ribaltamento dell’intero convoglio. Di fronte a un episodio del genere ci saremmo aspettati oltre alle doverose scuse da parte di chi gestisce il servizio almeno un minimo di chiarezza sulle cause dell’accaduto. Invece sapete come hanno provato a descrivere quanto è successo?

Come una banale avaria, salvo correggere il tiro di fronte all’evidenza delle immagini, ma chiamando in causa la presenza, accanto ai binari, di una pietra cui addebitare l’incidente insinuando l’ipotesi di un “attentato”! Insomma, ancora una volta, abbiamo assistito al balletto del rimpallo delle responsabilità, ad atteggiamenti pilateschi, perfino al tentativo di far ricadere tutto sulla casualità, sul destino cinico e baro, o addirittura su inverosimili attentatori che non si sa perché e per come si accanirebbero sempre sulla partecipata regionale del trasporto pubblico. Diciamo invece le cose come stanno: siamo davanti a una routine disastrosa, al rischio costante di tragedie, rispetto ai quali, però, De Luca continua a restare fermo e impassibile, a difendere chi 10 anni fa ha nominato alla guida di Eav, rendendosi complice del fallimento anche in questo settore strategico per la nostra regione, a tutto danno oltre che della sua immagine nel mondo della qualità della vita dei campani.

Un settore che va rilanciato dalle fondamenta, che va salvato dal baratro verso il quale avanza sempre più velocemente. Certo non ci aspettiamo che, all’improvviso, ad agire possa essere un presidente a fine corsa o la sua logora e litigiosa maggioranza che nei dieci anni precedenti non hanno dato la minima prova della volontà di intervenire per il miglioramento del servizio, preoccupati solo ad alimentare e fortificare un sistema di potere e affari di cui conosciamo le gravose conseguenze, a nutrire e difendere il “cerchio magico” fatto di dirigenti dal lauto (o doppio) stipendio e di “poltrone d’oro” che ruota intorno a loro. Certo, per invertire la rotta, non basta constata re l’inefficienza, l’incapacità e la cinica indifferenza di chi oggi ancora governa la Regione o dei personaggi squalificati e incompetenti che guidano l’azienda partecipata del tpl.

Occorrono idee e progetti concreti, ci vuole visione strategica, è necessaria la capacità di selezionare priorità e strumenti di intervento: insomma, ci vuole un piano complessivo che superi la nefasta stagione degli annunci estemporanei e menzogneri. Quello che stiamo facendo noi della Lega in particolare, che da tempo lavoriamo al recupero e al rilancio anche del trasporto pubblico, con la consapevolezza che tra pochi mesi saremo chiamati a governare la Campania e dovremo essere pronti, tenendo sempre presente la cosa più importante, il principale valore che ci spinge a fare politica: il bene della collettività e dei nostri territori. E ci stiamo preparando con la massima attenzione, con le necessarie contromisure e interventi da mettere in campo, anche per affrontare la situazione difficile che su questo versante si vive a Napoli.

In una città che va rilanciata nel circuito delle capitali mondiali del turismo è inconcepibile che si facciano costantemente i conti con mezzi in ritardo, riduzione delle corse, malfunzionamenti e disagi che non hanno risparmiato i viaggiatori nemmeno durante i recenti ponti di primavera. E allo stesso tempo sappiamo bene che questo è uno dei temi prioritari per milioni di cittadini campani che ogni giorno affrontano grandi difficoltà negli spostamenti, costretti spesso a utilizzare l’auto privata con tutte le conseguenze negative che ciò comporta pure in termini di traffico e inquinamento. Noi abbiamo accettato anche questa sfida, che abbiamo il dovere di affrontare con la giusta forza e vincere, per realizzare, dopo anni di immobilismo e di incapacità amministrativa e gestionale delle sinistre, un sistema di trasporto pubblico, su ferro e gomma, finalmente degno di questo nome, performante, efficiente e, prima di tutto, sicuro.

Abbiamo professionalità, competenze e progettualità necessarie per centrare l’obiettivo e, per farlo, utilizzeremo in modo efficace le risorse a disposizione della Regione, a cominciare dai fondi della nuova programmazione europea. Soprattutto proseguiremo in sinergia e nella direzione del Governo nazionale, collaborando costantemente con il vicepremier Matteo Salvini, titolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il cui impegno in favore del Sud e della Campania ne ha già fatto il min istro degli ultimi decenni che ha investito di più nei nostri territori. È questa la strada maestra, che percorreremo con il massimo impegno e senza sosta per costruire finalmente su tutti i fronti, la nuova Campania.

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