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L'annuncio

Dal Santuario di Pompei a Piazza San Pietro

Lo Spirito Santo ha "soffiato forte" sul Conclave, come aveva supplicato la Madonna e profetizzato il Cardinale Giovanni Battista Re

Dal Santuario di Pompei a Piazza San Pietro

Papa Leone XIV

Ero a Pompei ieri mattina, nella sagrestia del Santuario della Vergine del Santo Rosario. Prima che salisse sull’altare, con un collega chiedevamo al Cardinale Giovanni Battista Re, quanto tempo avremmo dovuto attendere prima di conoscere il nuovo Papa. La sua risposta: «Spero che oggi, rientrando a Roma, io possa essere accolto dalla fumata bianca». Il Decano del Collegio Cardinalizio resterà nella storia per avere espresso così puntuale il suo desiderio: giorno e ora.

Qualcuno, dall’Alto, ha detto “Amen. E, forse, proprio mentre il Cardinale Re (nella foto in alto)rientrava nella Capitale, le campane di tutto il mondo hanno suonato a distesa per annunciare l’elezione di Leone XIV (che emozione ora scrivere e pronunciare questo nome). Sul Cupolone della Città Eternaandate a dare un’occhiata alla suggestiva foto scattata in quel momento da Giulio Villani - contraddicendo le cupe previsioni meteo, il sole è diventato immenso, mentre ai piedi del Tempio, si formava un arcobaleno: annuncio di riconciliazione e di pace tra la Terra e il Cielo.

La pace sia con voi”: è stato poi il primo saluto del nostro nuovo Pontefice. Dolci parole che aprono alla speranza, che vorremmo capaci di superare le distanze, e che come dardi d’amore abbiano subito trafitto i cuori di pietra, donando un “cuore di carne (Ezechiele 36:26-29)” a chi – a causa delle guerre che ha innescato - ora sopravvive indossando un giubbotto antiproiettile.

Benvenuto, Padre Santo. C’è un programma nel nome Leone – e chi ci avrebbe pensato? - anche negli abiti da Pontefice che sono riapparsi su quella loggia: qui c’è un Pastore che non si lascia condizionare dal pensiero unico e riammette anche negli abiti il rispetto che si deve al ruolo di guida delle anime, come lo Spirito Santo ha voluto.

Da Piazza San Pietro la folla oceanica ha urlato a gran voce “Le-o-ne, Le-o-ne”. 

Leone Magno combattè contro l’invasione di Attila e salvò Roma. Leone XIII fu il Papa che emanò la Rerum Novarum, aprendo e illustrando al mondo la dottrina sociale della Chiesa.

Tutti si sono accorti che il nuovo Pontefice ha pronunciato 8 volte la parola “pace, impegnandosi così a perseguirla. Centocinquantamila persone da via Conciliazione a piazza San Pietro non solo hanno esultato, hanno reso grazie a Dio.

Ma quando mai avevamo assistito a una tale febbrile attesa? Sembrava che quella Sede vacante esprimesse il terribile vuoto che sta dilagando nelle anime e nel mondo. Il vuoto dell’assenza di Dio.

Cosa si aspetta, dunque, l’Umanità dalla Chiesa di Cristo? Da questo Papa?

La pietra del Sepolcro in cui pochi giorni fa abbiamo chiuso la salma di Francesco sembrava opprimere e soffocare il gregge. Ma l’Umanità ha creduto che sarebbe stata presto sollevata: dai Capi di Stato incapaci di esprimere il proprio disagio (fino a pubblicare sarcastiche immagini di sé per stornare l’imbarazzo di troneggiare su un mondo senza Dio) all’umile anziana che affermava con le lacrime agli occhi il proprio smarrimento. Dai giovani che non sanno più a quale salvagente aggrapparsi, finendo per chiudersi nella loro camera in un dialogo con un algoritmo sterile, demotivante, sfiancante fino a ridurli agli omicidi o al suicidio. Ai popoli vittime di 56 guerre disseminate in tutto il mondo, ai quali ora giunge il messaggio del successore di Pietro: «Questa è la pace del Cristo risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio. Dio che ci ama a tutti, incondizionatamente».

“Aprite le porte a Cristo”, cantiamo nelle Chiese. Papa Leone XIV rassicura: «Il male non prevarrà», citando il Vangelo di Matteo, dove è Gesù che rivela a Pietro che su di lui edificherà la sua Chiesa, e che "le porte degli inferi" (le forze del male) non prevarranno contro di essa.

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