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LETTERA AI LETTORI

Habemus papam: ecco un Leone che guarda il cielo

La Chiesa chiede che ci sia più verità

Prevost è il nuovo Papa, i leader del mondo salutano Leone XIV

Papa Leone XIV

Cari amici lettori, habemus papam! Un papa nuovo che rientra nella tradizione sotto diversi aspetti. Le forme, innanzitutto, ma, si sa, le forme sono sostanza: rivestire gli abiti papali, ripristinare l’appartamento papale, salutare non con un laico “buonasera” ma con un classico “Dio sia con voi”, impiegare, sia pure marginalmente, la lingua latina, sono tutti segnali di un atteggiamento per cui, pur senza abbandonare il mondo contemporaneo, Leone non è erede di Francesco ma di Pietro e, attraverso lui, di Cristo Redentore.

Leone, il nome scelto dal nuovo papa, ha una grande tradizione, che comincia con Leone Magno, il quale andò incontro ad Attila per fermarlo. Io sto studiando la successione dei papi Leone: i primi quattro sono santi, come molti altri in seguito; Leone III incoronò Carlo Magno, Leone IV costruì le mura di Roma dette “Leonine”, tutti si occuparono di dottrina, raggiungendo un vertice con la “Rerum novarum” di San Leone XIII, una delle sue innumerevoli encicliche. Ma, fatto per me ben più significativo, Leone XIII ebbe una visione che lo sgomentò e lo indusse a introdurre nel rito, alla fine della messa, una preghiera a san Michele.

La preghiera è un’elaborata invocazione all'Arcangelo Michele in difesa di una qualche azione incombente del Diavolo "Sancte Michael arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto praesidium...". L'orazione, rimasta nella liturgia, fu poi rimossa dalle disposizioni del Concilio Vaticano II. Il mondo brucia per innumerevoli guerre e rischia gli effetti distruttivi di un conflitto atomico. A evitare tutto questo serve la politica dei potenti laici, ma non dobbiamo dimenticare che l’influenza del diavolo, oggi più potente che mai, fa scegliere, per la risoluzione delle controversie, la guerra rispetto alle trattative. Allo stesso modo, è il diavolo a consigliare di non discutere tranquillamente, ma di concludere i dissensi con l’uccisione della controparte, di tratti di un familiare, di un condomino o di un perfetto estraneo.

Occorre, quindi, in primo luogo combattere Satana e questo è compito della chiesa e dei credenti. Ma, ovviamente, occorre anche combattere le cause prossime del male. Io ho insistito più volte sui vizi dell’informazione; papa Leone, in un grande incontro con i giornalisti, li ha invitati a essere più veritieri e meno polemici. Io ho pensato subito a certi insopportabili programmi televisivi, nei quali le voci salgono, si scontrano e tentano di sovrastarsi: una specie di guerra al microscopio. Anche le bugie, però, come quelle che dichiarano putiniano chiunque voglia la pace in Ucraina, peggio ancora quelle che rispolverano l’antisemitismo, esaltando gli assassini di Al Qaida o addirittura definendo nazista la senatrice a vita reduce dai campi di sterminio, fanno parte della demoniaca lotta alla pace.

Dio è verità e la Chiesa chiede che ci sia più verità. La verità genera pace e tutti noi dobbiamo, ciascuno nel suo piccolo, combattere per la verità e la pace. In tutto questo non c’è nulla di moderno, bensì la tradizione. Quella che il mondo nuovo vuole distruggere. Io spero e credo che papa Leone XIV, nei limiti delle sue forze, tenterà di eliminare quell’infernale creatura che il woke, ideologia amata da tanti miliardari. E ci riesca, senza fare la fine di Benedetto.

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