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l'intervista

Bonfiglio: «CTprendX è già disponibile ed è gratuito»

Un nuovo strumento basato sull’Intelligenza Artificiale con il quale sarà possibile predire le mutazioni specifiche dei geni del cancro pediatrico

Bonfiglio: «CTprendX è già disponibile ed è gratuito»

NAPOLI. Un nuovo traguardo per la ricerca scientifica finalizzata alla cura del Neuroblastoma infantile e, in generale, del cancro in età pediatrica. È quello ottenuto dal dr. Ferdinando Bonfiglio, bioinformatico del CEINGE-Biotecnologie Avanzate di Napoli, che con il suo team ha sviluppato CTprendX, un nuovo strumento basato sull’Intelligenza Artificiale con il quale sarà possibile predire le mutazioni specifiche dei geni del cancro pediatrico: “E’ già disponibile – ci dice Bonfiglio – ed è gratuito. Con esso tutti i ricercatori saranno in grado di ottenere diagnosi più tempestive e sviluppare cure più efficaci e personalizzate”.

Dottore ci spiega in parole semplici cos’è e come funziona CTprendX?

«Provo a fare un esempio concreto: io sono un medico e ho come paziente un bambino con un neuroblastoma. Ne faccio il sequenziamento, ma i dati raccolti non mi consentono di stabilire precisamente quali mutazioni avranno le cellule geniche e se il tumore sarà maligno o benigno, perché le varianti sono molteplici. Inserendo i dati in mio possesso in CTprendX posso individuare le mutazioni che le cellule potranno avere».

E poi?

«Sulla base di queste predizioni è possibile effettuare una diagnosi personalizzata. Abbiamo confrontato il nostro algoritmo con altri strumenti predittivi e abbiamo testato che esso consente diagnosi assai più accurate».

Questo cosa significa?

«Significa che le cure tarate su di una diagnosi molto specifica del tipo di tumore in atto, consentiranno di aumentare considerevolmente le possibilità di guarigione di quel bambino».

Lei ritiene che l’Intelligenza artificiale potrà rivelarsi utile anche in altri ambiti medici?

«È un settore della scienza in grande espansione, le applicazioni sono innumerevoli. Ma l’importante è saper utilizzare bene questi “tool”, cosa mai scontata, anche se a maneggiarli sono degli esperti. Lo strumento, infatti, apprende da dati esistenti e se i dati inseriti a monte non sono di buona qualità, l’esito del lavoro del tool non sarà all’altezza della situazione. Non dobbiamo essere pigri e adagiarci sulle facilitazioni che l’IA ci offre. Dobbiamo continuare ad impegnarci affinchè i dati individuati siano adeguati e questo solo il lavoro umano e la ricerca scientifica possono garantirlo».

Chi ha supportato la sua ricerca?

«Innanzitutto l’associazione OPEN OdV, che ha messo a disposizione dell’Università Federico II di Napoli una borsa di ricerca nell’ambito del progetto EDITOR, in coordinamento con il CEINGE».

Jacopo Parisi

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