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l'intervento
26 Maggio 2025 - 09:52
Orizzontescuola.it ci dice che "secondo il Future of Jobs Report 2025, entro il 2030 circa il 22% dei ruoli professionali sarà soggetto a modifiche strutturali, generate da una combinazione di cambiamenti tecnologici, transizione verde, frammentazione geoeconomica,incertezze economiche e variazioni demografiche. Gli impieghi creati ammonteranno a 170 milioni, mentre quelli eliminati saranno 92 milioni, con un bilancio positivo". Chi crede che tra quelli che si perderanno benché non riportati dall'articolo in questione, che parla per lo più di ruoli amministrativi, organizzativi e manuali non ci siano i medici, si sbaglia di grosso.
E la conferma ci arriva dall'Arabia Saudita dove ci aggiorna Mudit Dube, caporedattore di NewsBytes una società di tecnologia medica Synyi AI, con sede a Shanghai, ha aperto la prima clinica di intelligenza artificiale (IA) al mondo. Il programma pilota, iniziato nell'aprile del 2025, è una collaborazione con Almoosa Health Group ed è situato nella regione orientale di Al-Ahsa del paese. La clinica futuristica vanta un "medico" dell'IA chiamato "Dr. Hua", che diagnostica e prescrive autonomamente il trattamento ai pazienti attraverso interazioni simili a quelle umane, con piani di trattamento rivisti da un medico umano per verificarne l'accuratezza.
I pazienti della clinica AI descrivono i loro sintomi su un tablet computer. Il Dott. Hua poi pone domande di follow-up e analizza dati e immagini come elettrocardiogrammi e raggi X, con l'aiuto di assistenti umani. Dopo la consultazione, il dottor Hua fornisce un piano di trattamento, che viene rivisto e approvato da un medico umano tradizionale, senza vedere i pazienti di persona. Questo approccio unico combina la tecnologia IA con la supervisione umana per garantire diagnosi e piani di trattamento accurati per i pazienti. La clinica, che avrebbe un tasso di errore medico dello 0,3%, sta per ora limitando i suoi servizi ai disturbi respiratori, affrontando circa 30 malattie come l'asma e la faringite, ma prevede di espandere questa lista a 50 malattie respiratorie, gastroenterologiche e dermatologiche nel prossimo anno.
C'è poco da meravigliarsi della, temo irreversibile, china intrapresa. Dott.Net ci informa di una recentissima ricerca dell'Osservatorio di Sanità Digitale del Politecnico di Milano che ha rivelato che "il 46% dei medici di medicina generale ha fatto uso di strumenti di IA generativa, il 26% dei medici specialisti e il 19% degli infermieri, quindi anche su mansioni operative. E questo sta dando i primi risultati anche in termini di produttività: il beneficio potenziale stimato per i medici di medicina generale è di due settimane lavorative all'anno risparmiate per attività operative e amministrative. Per i medici specialisti è stata stimata una settimana all'anno di risparmio e di due giorni all'anno legati alla capacità di recupero di informazioni in particolare la ricerca di informazioni scientifiche, la generazione di documenti di sintesi e l'analisi della letteratura scientifica rese ora più semplici."
Ci si domanda quanto manchi ancora per una sostituzione completa della figura del sanitario in carne e ossa e quanto bisognerà ancora aspettare perché un paziente che cerchi informazioni accurate e affidabili sulla sua malattia si rivolga a un robot sempre disponibile e cortese. Chissà che l'allarme lanciato da tante istituzioni sanitarie sui ritardi nei percorsi di prevenzione che sta mietendo migliaia di vittime ogni anno si parla, solo per i tumori, di 50.000 casi non diagnosticati precocemente per la scarsa aderenza dei cittadini ai programmi di screening messi a disposizione dal sistema sanitario e la sfiducia crescente dei cittadini nel servizio sanitario nazionale anche qui si prospettano numeri impressionanti, con quasi l'80% dei pazienti che rinunciano a servirsi del sistema sanitario pubblico a causa dei tempi di attesa.
Non credo che aumentare il numero dei medici risolverà qualcosa di quello che a oggi appare essere un inarrestabile declino dell'imprescindibile rapporto di fiducia tra medico (umano) e paziente. Non resta che attendere con speranza l'avvento di una IA che stravolga le regole antiquate o solo convenienti del gioco dentro cui molti ancora si crogiolano senza mostrare la benché minima vergogna, anzi e fornisca a chi troppo silenziosamente soffre una soluzione ai suoi affanni e, perché no, perfino una voce autorevole e giusta per le sue rivendicazioni.
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