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20 Giugno 2025 - 12:39
ROMA. Essere un modello positivo di comportamento digitale, stabilire regole chiare sull’uso della tecnologia, proporre valide alternative offline, vietare l’uso dei dispositivi come strumento di consolazione o distrazione, proteggere i momenti relazionali, adeguare l’uso dei dispositivi all’età, supervisionare attivamente, riconoscere i segnali di allarme. E poi infine, agire insieme come comunità educante. E' un vero e proprio patto da siglare tra istituzioni, scuola e famiglie, per fermare l’emergenza della dipendenza di giovani dai social e dal telefonino, quello proposto dall’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del rischio che ha presentato a Roma in conferenza stampa un articolato decalogo stilato con l'ausilio tecnico di psicologi e psichiatri indirizzato a genitori, bambini e adolescenti e famiglie. Alla presentazione è intervenuta anche Maria Rosaria Campitiello Capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle Emergenze sanitarie del Ministero della Salute reduce dalla due giorni a Napoli degli Stati generali della prevenzione. “Queste dipendenze da social e telefonino – ha sottolineato Campitiello – vanno adeguatamente affrontate. Come capo del dipartimento della Prevenzione ricordo che i due asset fondamentali che assorbono le relazioni dei giovanissimi e degli adolescenti sono la famiglia e la scuola. Qui occorre intervenire. Nel decalogo che abbiamo delineato già agli Stati generali della prevenzione a Napoli c’è anche questo aspetto. Partire dai giovani contro le dipendenze da strumenti digitali è fondamentale tenendo conto della fragilità e delicatezza di un sistema cognitivo in fase di strutturazione. Le dipendenze - ha aggiunto Campitiello - sono il problema fondamentale nell’ambito delle politiche di prevenzione. L’1,5 per cento del fondo sanitario nazionale è vincolato a questo scopo e una percentuale va anche alle dipendenze da telefonino. Non è certo sufficiente ma siamo consapevoli della centralità di questo tema nelle politiche di salute pubbliche. L’importanza della consapevolezza dell’uso dei dispositivi deve passare da una comunicazione semplice ai giovani, ai bambini e alle famiglie affinché esse stesse siano interessate ad affrontare il problema".
Il Sottosegretario al Dipartimento per la trasformazione digitale Alessio Butti ha puntato il dito non tanto sulle nuove tecnologie, di per se neutre, quanto sugli applicativi e sull'uso distorto che può derivare dall'uso dei device ricordando che in Francia ad esempio, 7 famiglie hanno denunciato Tik Tok sulla base di considerazioni scientifiche per disturbi e comportamenti autolesionistici indotti dalla piattaforma. Tanto per dire che l’azione principale va condotta sul piano culturale ed educativo nelle prime due "agenzie riconosciute a questo scopo in Italia: la famiglia e la scuola.
“Si deve prendere atto – ha dichiarato l’onorevole Gian Antonio Girelli, presidente dell’Intergruppo – che è necessario normare ed educare all’uso degli strumenti che la scienza ci consegna. Non farlo significa diventarne più o meno consapevolmente “dipendenti”. Solo anticipando gli scenari, senza timori ma anche senza superficiali ottimismi, si vince la scommessa, si evita che la tecnologia diventi un’arma impropria e sia, invece, una grande risorsa”.
Il dottor Antonio D’Avino, Presidente nazionale della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), ha dichiarato: “L’uso eccessivo e precoce dei dispositivi digitali da parte di bambini e adolescenti sta generando un impatto sempre più evidente sulla salute fisica, psichica e relazionale. Per questo, come FIMP, abbiamo attivato in diverse regioni italiane progetti mirati a informare e sensibilizzare famiglie e ragazzi sull’uso consapevole della tecnologia e sui rischi legati a un’esposizione incontrollata”.
Durante la conferenza, l’onorevole Girelli ha presentato il “decalogo per la salute digitale di bambini e ragazzi”
Essere un modello positivo di comportamento digitale I bambini imparano osservando: anche gli adulti devono mostrare un uso moderato, consapevole e relazionale dei dispositivi, evitando l’iperconnessione e dando valore ai momenti di qualità in famiglia. Anche i genitori e gli educatori devono formarsi nell’approccio al digitale: spesso sono pessimi utenti, poco consapevoli dello strumento e inconsapevoli delle sue ricadute educative e relazionali.
2. Stabilire regole chiare sull’uso della tecnologia
Definire con i figli orari precisi, limiti di utilizzo e spazi della casa in cui la tecnologia non è ammessa, coinvolgendoli nella creazione delle regole per aumentarne l’efficacia.
3. Proporre valide alternative offline
Attività fisiche, giochi creativi, letture condivise, esperienze all’aperto e momenti di noia produttiva sono fondamentali per uno sviluppo equilibrato e per ridurre l’attrattiva degli schermi. In questo quadro, è importante valorizzare anche la lettura tradizionale come fonte di crescita e formazione “diversa” dal digitale: un nutrimento per la mente e l’immaginazione che sviluppa concentrazione, empatia e spirito critico.
4. Vietare l’uso dei dispositivi come strumento di consolazione o distrazione
Offrire uno schermo per calmare un bambino impedisce lo sviluppo della sua capacità di riconoscere e gestire le emozioni. I dispositivi non devono sostituire la presenza, l’ascolto o il dialogo.
5. Proteggere i momenti relazionali
I pasti, il tempo prima di dormire, le conversazioni familiari e le attività condivise devono rimanere liberi da distrazioni digitali per favorire legami affettivi e comunicazione autentica.
6. Adeguare l’uso dei dispositivi all’età
Nessuno schermo prima dei 2 anniPrima dei 5 anni, mai schermi accesi senza la presenza attiva di un adulto
Prima dei 12 anni, evitare l’accesso autonomo ai social e a internet
7. Non anticipare l’ingresso nei social media
L’uso precoce e non mediato dei social espone a rischi emotivi, relazionali e cognitivi. È bene accompagnare gradualmente il bambino alla scoperta del digitale, con strumenti sicuri e protetti.
8. Supervisionare attivamente
Condividere il tempo online, conoscere le app utilizzate dai figli, dialogare su ciò che vedono e vivono in rete è parte essenziale della responsabilità genitoriale.
9. Riconoscere i segnali di allarme
Ricerca ossessiva del dispositivo, reazioni aggressive alla sua assenza e crescente isolamento dalle attività quotidiane possono indicare una dipendenza in atto. In presenza di questi segnali, è importante consultare un professionista della salute mentale.
10. Agire insieme come comunità educante
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