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SPIONAGGIO
23 Giugno 2025 - 18:18
È stato affidato oggi dai pm delle Procure di Roma e Napoli titolari dell'indagine sul caso Paragon l'incarico agli specialisti della Polizia Postale e ai consulenti per effettuare accertamenti tecnici irripetibili sui dispositivi telefonici usati dalle parti lese nell'indagine: il fondatore di Dagospia Roberto D'Agostino, i giornalisti Eva Vlaardingerbroek, Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino e gli attivisti di Mediterranea Luca Casarini, Giuseppe Caccia e don Mattia Ferrara.
I risultati arriveranno in autunno. Gli accertamenti puntano a trovare una “impronta", un codice alfanumerico che identifichi lo spyware sui telefoni delle sette persone che avrebbero subito attività di spionaggio.
Nell'inchiesta, che vede il coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, al momento contro ignoti, si procede per accesso abusivo a sistema informatico e quanto previsto all'articolo 617 del codice penale su reati informatici, cognizione, interruzione o impedimento illecito di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche e installazioni abusiva di apparecchiature atte ad intercettare.
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