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Gli amanti di Pompei
15 Luglio 2025 - 16:11
POMPEI. A quale villa della antica Pompei fu sottratto il quadretto erotico di grande pregio appena restituito alla Soprintedenza archeologica diretta dal Gabriel Zuchtriegel? È la risposta alla quale dovranno rispondere gli studiosi che ora potranno analizzare il mosaico a piccole tessere su lastra di travertino, «un'opera che gli artigiani dell'epoca, per le piccole dimensioni con cui veniva realizzata, risultava comoda perché facilmente trasportabile» spiega Zuchtriegel.
Sono diversi i mosaici di queste misure esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Alcuni sono stati asportati dalle Ville di Stabia.
L'esperienza degli archeologi di Pompei li porta quindi a collocare questo mosaico in una delle domus vesuviane. Ma quale? Gabriel Zuchtriegel non si sbilancia. Anzi, inserisce "un dubbio" sull'autenticità del quadretto a mosaico. «Non lo abbiamo "scavato" noi e quindi questa è l'unica prova che sia autentico. Ora effettueremo le analisi archeometriche e poi sapremo di più. Ma, probabilmente, non riusciremo mai a stabilire in quale villa era collocato in origine».
Era stato un capitano della Wermacht, addetto alla catena dei rifornimenti militari in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, a donare ad un cittadino tedesco un pannello a mosaico su lastra di travertino, a tema erotico di epoca romana, che fu trafugato nel 1944 dal sito dell'antica Pompei. Il reperto è stato restituito dal comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il generale Francesco Gargaro, al direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.
Il pannello, databile tra la metà dell'ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C.e che raffigura una coppia di amanti, era nella disponibilità di un cittadino tedesco, poi deceduto, il quale lo aveva ricevuto in dono dal capitano della Wermacht.
La paura per la maledizione dei "morti dell'eruzione del 79 d.C." o un rigurgito di coscienza ha spinto gli eredi dell'ultimo possessore a cercare un contatto con i Carabinieri del Nucleo Tpc di Roma, titolari dell'indagine, chiedendo indicazioni sulle modalità di restituzione del mosaico allo Stato Italiano.
I militari del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Roma, resisi conto di trovarsi di fronte a un'opera di straordinario interesse culturale e, tra l'altro, riconducibile alle vicende di depredazione bellica delle opere d'arte appartenenti al patrimonio dello Stato italiano, dopo aver svolto gli accertamenti necessari per stabilirne l'autenticità e il contesto di provenienza, hanno reso possibile il rimpatrio del mosaico avvenuto il 16 settembre 2023.
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