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Esteri
16 Agosto 2025 - 13:41
Avvistamenti di conigli con lesioni scure su testa e collo, che ricordano corna, tra i prati del Colorado e di altre regioni degli Stati Uniti. Le foto hanno generato una serie di soprannomi poco lusinghieri, tra cui “conigli Frankenstein”, “conigli demoniaci” e “conigli zombie”.
Gli esperti chiariscono però che non c’è nulla di spaventoso: si tratta semplicemente di un contagio da papillomavirus di Shope, un virus relativamente comune nei conigli, per lo più innocuo, che provoca noduli verrucose che, nella crescita, possono assumere un aspetto cornicolato. Il virus prende nome dal dottor Richard E. Shope, ricercatore della Rockefeller University che ne documentò la presenza nei conigli dal manto bianco negli anni Trenta.
La storia del Shope papillomavirus è ben documentata e ha alimentato leggende popolari, tra cui il mito del jackalope, la creatura ibrida tra coniglio e corna assimilabili a quelle di cervidi o antilopi. Inoltre, la malattia nei conigli ha contribuito alla comprensione della relazione tra virus e cancro, parallela a quella che riguarda il papillomavirus umano responsabile di cancro cervicale.
L’attenzione mediatica sull’episodio di Fort Collins, a nord di Denver, è nata dalle segnalazioni di residenti che hanno osservato e fotografato gli animali infetti. Kara Van Hoose, portavoce del Colorado Parks and Wildlife, ha confermato l’arrivo di richieste di informazioni, puntualizzando però che la presenza di conigli infetti non è insolita, soprattutto durante l’estate, periodo di maggiore attività di pulci e zecche, vettori del virus.
Il papillomavirus di Shope si trasmette tra conigli, ma non ad altre specie, compresi esseri umani e animali domestici. Le escrescenze non danneggiano i conigli a meno che non si sviluppino sugli occhi o sulla bocca, interferendo con l’alimentazione. Il sistema immunitario del coniglio è generalmente in grado di debellare l’infezione, con una regressione spontanea delle lesioni.
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