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Scatta e invia
22 Agosto 2025 - 14:53
Come una caccia al tesoro, il concorso "Napoli, il futuro ha 2500 anni", un invito della Fondazione il Giglio in collaborazione con il quotidiano ROMA a fotografare tracce della Napoli del primo millennio, scatena la voglia di scovare angoli storici poco conosciuti della storia della città. Ma assume anche un forma di denuncia del degrado in cui angoli di straordinario valore identitario della nostra terra vengono colpevolmente tenuti.
Il concorso va avanti, dunque di gran lena ed ecco fotografie, fresche fresche, inviateci da Nicola De Simone, che - come si vede - spazia dalla Napoli greco-romana a quella Medievale.
Nei sei scatti selezionati e che pubblichiamo, vediamo nell’ordine :
- l’Ipogeo dei Cristallini, tombe del periodo greco datate tra la fine del IV secolo e l’inizio del III
-Le Catacombe di San Gennaro, il cui sviluppo risale al II-III secolo
-La Tomba di Virgilio, sepolcro romano del I secolo a.C. attribuito al poeta Publio Virgilio Marone
-Il Teatro romano di Neapolis, detto anche dell’Anticaglia sul Decumano Superiore della città antica.
-I resti della Villa di Publio Vedio Pollione, a Posillipo (I secolo a.C.)
-Una veduta di Castel dell’Ovo, sull’isolotto di Megaride, ritenuto il luogo di sbarco dei fondatori greci della città, poi sede di una villa romana del I secolo e trasformato in fortezza dai Normanni nel XII secolo.
Francesco Ciccarelli ha fissato nelle sue foto le tracce della Napoli del primo millennio ancora visibili nella Basilica della Pietrasanta, senza risparmiare la denuncia dello sfregio al monumento antico a cui nessuno pone rimedio, lasciando che il vandalismo imperi in luoghi unici e irripetibili, ammirati da milioni di visitatori nel centro antico di Napoli.
La Basilica fotografata da Ciccarelli fu realizzata tra il 525 e il 533 per volere del Vescovo di Napoli Pomponio nel luogo dove sorgeva un tempio greco dedicato a Diana, nel Decumano maggiore della città antica.
Secondo la tradizione il Vescovo Pomponio avrebbe sognato la Madonna che gli chiese di fare erigere una chiesa nel luogo dove si sarebbe trovato un panno celeste. Sotto questo panno vi sarebbe stata una pietra con sopra incisa una croce.
Della Basilica originaria restano il campanile, datato all’XI secolo, una colonna, un capitello corinzio risalente al tempio greco e tratti di cornici, individuabili nelle immagini di Francesco Ciccarelli.
Le foto mostrano purtroppo anche, le scritte tracciate con spray da teppisti che non risparmiano neanche i monumenti più antichi della storia di Napoli e costituiscono una vera e propria emergenza della città che non viene affrontata.
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