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La riflessione
05 Settembre 2025 - 17:02
Preferiremmo, sempre, di poter assistere ad un confronto dialettico civile e democratico tra le forze politiche che si “fronteggiano” nel nostro Paese su ogni tema di natura politica. Un confronto scevro da ipocrisie e posizioni preconcette. E invece no, ogni argomento viene manipolato ad arte e confezionato solo per tentare di “distruggere gli avversari” e poco per discutere civilmente e magari risolvere, problematiche di interesse comune. Ma tant’é. Questo ci passa il convento!
Ci riferiamo alla “caciara” insopportabile, inopportuna e sostanzialmente inutile che si è prodotta sui media in ordine allo sgombero del centro sociale milanese del “Leoncavallo”, disposta dalla prefettura milanese. Tutti i “progressisti” a lamentarsi della “rapidità e imprudenza” di uno sgombero arrivato a ciel sereno, in piena calura di agosto e senza avvertire per tempo gli occupanti abusivi dell’edificio.(che erano tutti al mare o ai monti in vacanza!). Argomentazioni risibili e oltremodo ridicole se non paradossali, se è vero come è vero che per liberare l’ex fabbrica di proprietà privata ci son voluti oltre quarant’anni e ben 133 rinvii del provvedimento di sfratto a suo tempo firmato dai giudici milanesi. Con buona pace dei proprietari dell’immobile cui è stato negato per tanti anni l’uso del complesso immobiliare e che hanno, a ragion veduta, accusato il governo italiano (tutti i governi succedutisi dal 1975) per i ritardi e le omissioni registrate nella gestione dello sfratto del “Leoncavallo”. Ritardi imperdonabili che hanno prodotto un risarcimento milionario (circa 3 milioni di euro) a favore dei proprietari dell’area e a carico del soccombente Ministero dell’intero. E scusate se è poco, trattandosi di danaro pubblico.
Basterebbe solo questo ultimo aspetto per mettere a tacere tutti coloro si sono stracciati le vesti e tutt’ora si strappano i capelli per la “fulminea e imprevista” liberazione del “Leoncavallo”.
Un provvedimento ritenuto liberticida, antidemocratico e fascista, a detta dei peones della sinistra. Nessuna parola di questi gentiluomini sui quasi cinquant’anni di occupazione abusiva; sugli anni e anni di diritto di proprietà negato e abusato; sulle sofferenze anche psicologiche sofferte da chi si è visto negare per ben 133 volte l’esecuzione dello sfratto di un edificio di proprietà, abusivamente occupato. Neanche una parola per i milioni di euro che lo Stato ha dovuto sborsare per ovviare ad una illegalità mostruosa. Neanche un vagito sulle complicità di quei partiti di sinistra che si sono impegnati, nel tempo, a mediare con tutti gli Enti preposti, per ottenere i rinvii degli sfratti, per presunti motivi di ordine pubblico, e con la colpevole complicità delle amministrazioni comunali meneghine tanto benevoli con gli occupanti abusivi.
E per fortuna che il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Milano hanno avuto il buon senso di disporre lo sgombero ad horas. Se solo il sindaco Sala avesse avuto conoscenza di questo ennesimo tentativo di sgombero, credo che avremmo rischiato di contare il 134esimo rinvio dello sfratto. Di questo c’è da star certi! Come è certo che la Giustizia per questi signori progressisti e democratici, si applica solo quando conviene alla loro parte politica o per coloro che fanno comodo a loro.
Ma il vero impulso alla liberazione del centro sociale milanese è ascrivibile sostanzialmente alla “nuova aria” che si respira in Italia con l’approvazione del Parlamento del cosiddetto decreto sicurezza, di proposta governativa, (LEGGE 80/2025) che introduce nel nostro Codice Penale il reato di occupazione arbitraria di immobile altrui. Reato punito con la reclusione da 2 a 7 anni.
Un provvedimento legislativo molto atteso e di forte impatto sociale perché configura per la prima volta una fattispecie autonoma di reato imperniato sull’occupazione abusiva di immobile, in specie ad uso abitativo.
Negli ultimi anni, come risaputo, l’occupazione abusiva di alloggi pubblici o privati era diventata una piaga sociale sempre più diffusa. A scapito prevalentemente di soggetti deboli, anziani, piccoli proprietari impossibilitati a rientrare in possesso della propria abitazione anche a causa della estenuante lentezza dei procedimenti giudiziari.
Con questa legge il Governo ha inteso riconoscere una valenza costituzionale al diritto alla abitazione, elevando questo diritto a bene giuridico meritevole di una più severa ed effettiva tutela.
Altro aspetto fondamentale della nuova legge è costituito, oltre alla ovvia possibilità di procedere con denuncia di parte contro gli occupanti abusivi, anche di procedere automaticamente e di ufficio, quando la persona offesa (che ha subito l’occupazione abusiva) è incapace per età o infermità a denunciare direttamente l’occupante o la circostanza dolosa. E questa possibilità è estesa anche agli alloggi ed edifici di proprietà pubblica. Tanto per ottenere un immediato provvedimento di tutela del bene pubblico e la immediatezza delle procedure di rilascio o liberazione della proprietà pubblica occupata abusivamente. Senza distinzioni, preferenze o omissioni.
Una legge che accresce la credibilità dello Stato; restituisce sicurezza, giustizia e dignità ai cittadini calpestati da soggetti violenti e senza scrupoli; impone un elemento di forte deterrenza contro i tentativi di occupazione da parte di organizzazioni malavitose di stabili di proprietà di Enti Pubblici; riduce fortemente i tempi di restituzione ai legittimi proprietari/assegnatari di alloggi occupati abusivamente con uso della violenza o il raggiro.
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