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Il lutto
07 Settembre 2025 - 19:04
La camera ardente di Armani chiusa
I funerali in forma privata di Giorgio Armani si svolgeranno domani pomeriggio a Rivalta (Piacenza), nella piccola chiesa San Martino, incastonata nel borgo medievale adiacente al Castello. Dopo i rumors circolati nelle ore scorse, l’ufficialità arriva dall’Associazione dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli.
L’associazione rende noto, pertanto, che domani, nelle ore centrali della giornata Rivalta di Gazzola in Val Trebbia - nel circuito Castelli del Ducato - sarà ‘blindata’ per ragioni di sicurezza e per garantire la riservatezza del funerale previsto per le 13.30.
A Piacenza, intanto, la sindaca Katia Tarasconi ha firmato il lutto cittadino, così come sarà lutto cittadino nella città di Milano. Armani sarà sepolto a Rivalta di Gazzola, nella cappella di famiglia dove già riposano la mamma Maria, il padre Ugo e il fratello Sergio.
I 10mila oggi alla camera ardente
Oggi circa 10mila persone si sono messe in coda per l'ultimo saluto a Giorgio Armani, nella camera ardente allestita in via Bergognone, all'Armani Teatro e aperta ieri mattina. Una coda composta e silenziosa, che ha potuto accedere nell'edificio dalle 9 alle 18 per dire addio al grande stilista, scomparso il 4 settembre scorso. Alle 18 in punto si è chiusa la porta del Teatro.
Ieri, nella prima giornata, sono state seimila le persone che hanno voluto omaggiare il ‘Re’ della moda, qualcuno portando con sé rose bianche e mazzi di fiori.
Attilio Fontana: "Lombardia lo ricorderà"
“Sicuramente ricorderemo Giorgio Armani, sono scelte che faremo col Consiglio regionale, quando si riapriranno i lavori e ne parleremo col presidente. Faremo una parte della prima giornata di aula dedicata a ricordarlo”, ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, arrivando alla camera ardente. “Era doveroso essere qui - ha spiegato - perché è un’eccellenza lombarda, un genio che ha portato la bellezza italiana nel mondo ma anche un grande imprenditore: ha creato un’azienda che funziona e ha saputo declinare la genialità e la creatività con l’efficienza e l’efficacia tipica di un grande lombardo”.
Fognini: "Barbuto in campo perché me lo ha detto lui"
“Un ricordo di Giorgio Armani? Quando mi disse di farmi crescere un po’ di più la barba, ed è per questo che mi avete visto un po’ più barbuto in campo”. A dirlo è il tennista Fabio Fognini, arrivato con la moglie Flavia Pennetta alla camera ardente. Con la tennista e moglie, l'atleta ha condiviso una campagna pubblicitaria nel 2019 di EA7 Emporio Armani e underwear.
“Ci è rimasta impressa una frase che disse: la moda passa ma la l’eleganza resta - racconta -. Ed è per questo che la figura e la persona del signor Giorgio rimarranno per sempre”. Pennetta aggiunge: “Era sempre un’emozione rivederlo, dava un senso di riverenza ma poi ti metteva sempre a tuo agio con una carezza e un semplice ‘come stai’, segno della sua umanità. È stato bellissimo e lo ringrazierò sempre per averci reso parte della sua famiglia”.
De Laurentiis: "Armani campione di generosità"
Giorgio Armani “era un campione di grande generosità. Amava e rispettava le persone e le persone gli stanno dimostrando il suo amore”, le parole del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, arrivando assieme alla moglie alla camera ardente, a Milano. Una camera ardente allestita negli spazi del Teatro Armani che definisce “una messa in scena di livello che lo rappresenta in tutto”.
Lo Verso: "Quegli occhi fermavano il tempo"
“Ho tanti ricordi personali” legati a Giorgio Armani, “una volta prima di una sfilata nel backstage ho visto come guardava e sistemava le modelle: mi sono sentito dentro qualcosa di esageratamente straordinario, quegli occhi fermavano il tempo, il mondo e lo spazio”. A dirlo è l’attore Enrico Lo Verso, tra i primi ad arrivare alla camera ardente . Per lo stilista, scomparso il 4 settembre scorso, “provo affetto, rispetto e gratitudine per le cose che anche inconsapevolmente ha dato” ha detto.
Tardelli: "Grande che non si è montato la testa"
“Vivevo vicino a lui a Pantelleria, era un grande che ha dato molto all’Italia ed è rimasto un vero italiano”, ha detto l’ex calciatore, campione dei Mondiali ‘82, Marco Tardelli, arrivando alla camera ardente assieme alla compagna Myrta Merlino. “Era un uomo fantastico, generoso e sereno - ha sottolineato - non si era montato la testa”.
Palombelli: "Era Italia del fare contro l'Italia della lagna"
Giorgio Armani “rappresentava l’Italia del fare contro l’Italia della lagna”. Lo ha detto Barbara Palombelli, alla camera ardente assieme al marito Francesco Rutelli. “Non credevo mi dispiacesse tanto - ha spiegato la giornalista - ho sofferto proprio per questa notizia, perché ci eravamo conosciuti qui a Milano nel 1980 quando qui nasceva tutto: Mediaset, la grande moda e ci si riprendeva dall’Italia del terrorismo. Eravamo tutti ragazzi con grandi speranze e poi siamo rimasti molto legati”. L’ultima volta che lo ha sentito, ha ricordato, è stata questa estate, quando lo stilista è stato male. “Lui rispondeva a tutti e questa era una cosa meravigliosa”.
Rutelli: "Nulla impossibile per lui"
Suo marito Francesco Rutelli ricorda invece di quando “nella breve esperienze di governo gli chiesi perché non fai tu un’aggregazione dei gruppi italiani in un mondo che si sta trasformando dal punto di vista della moda globale? Lui mi rispose in molto vivace: impossibile”. Ma, sottolinea l’ex sindaco di Roma, “non è stato nulla impossibile per lui e quello che vediamo oggi lo dimostra: migliaia di ragazzi che gli dedicano un tributo per una vita unica e straordinaria”.
Accorsi: "Sempre fedele a quello che era”
“La cosa che mi ha sempre colpito tantissimo del signor Armani è come riuscisse a restare fedele a quello che era, in contatto col mondo e le persone e non è scontato quando fai una vita che può allontanarti da tutto e da tutti”. Così l’attore Stefano Accorsi arrivando alla camera ardente.
Dell’Atte, sua musa: "Sono orfana di un padre"
“Per me Giorgio Armani è stato come un padre che mi ha dato tanto, tantissimo. Spero che accada come diceva Battiato: bisogna credere nella reincarnazione. Per me lui è immortale, io credo che ora magari sia come una nuvola e dall’alto ci guardi tutti, guardi tutta questa gente che gli ha voluto e gli vuole bene”. Ha detto Antonia Dell’Atte, modella e musa dello stilista.
“Armani mi ha dato tanto, mi ha scoperta e mi sento orfana di un padre, un padre che mi ha sempre protetto - sottolinea -. Per me è immortale come tutti gli dei, ho imparato molto da lui. Di me adorava l’ironia, mai ipocrita. Incarnavo l’immagine della donna in carriera, non Barbie, che sa quello che vuole, umile e ironica, un invito a non prendersi troppo sul serio”. Il ricordo più bello? “Quando due anni fa mi ha dedicato la mostra del suo archivio e mi ha detto ‘Antonia, guarda cosa ti ho fatto’, e ho risposto ‘ma io non sono nessuno’ e lui ‘allora la prossima volta non ti faccio niente’”.
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