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Energia
20 Settembre 2025 - 14:30
ROMA. «Il futuro dell’industria italiana passa dalla sostenibilità. Decarbonizzare i processi produttivi non è solo una scelta ambientale, ma una necessità per l’autonomia energetica del Paese, per creare lavoro e attrarre investimenti. Le imprese lo sanno e si stanno già muovendo. Ma senza strumenti adeguati, la transizione resta incompiuta».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente nazionale Ficei, la federazione che raggruppa i consorzi industriali italiani.
«Il piano Transizione 5.0, pensato per sostenere questo cambiamento, si presenta come un’occasione importante ma, nella pratica, si rivela farraginoso. L’iter attuale – tra prenotazioni, verifiche tecniche e conferme a posteriori – scoraggia chi vuole innovare. Il confronto con la vecchia Industria 4.0 è impietoso: allora bastava investire, e il credito d’imposta scattava in automatico – aggiunge Visconti –. Proprio quell’automatismo è il nodo centrale. Un credito d’imposta automatico permette alle aziende di pianificare, decidere e agire con sicurezza. Al contrario, un meccanismo opaco genera incertezza, ritardi e rinunce. E così, uno degli strumenti più efficaci contro l’evasione e a favore dell’innovazione rischia di diventare un freno».
Per Visconti «il rischio è che le imprese vadano avanti da sole, se ne hanno la forza, mentre lo Stato resta indietro. Servono regole semplici, trasparenti, premianti. E controlli seri, ma dopo l’erogazione, non prima. Perché se la transizione energetica è davvero una priorità nazionale, allora è tempo di trattarla come tale».
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