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il coraggio dei cattolici
22 Settembre 2025 - 19:24
CASTELLAMMARE DI STABIA. Non si sono ancora spente le polemiche che ha sollevato il Pride che si è svolto a Castellammare di Stabia sabato scorso, organizzato da i gruppi Lgbtq+ regionali, con il patrocinio del Comune. Infatti, "in risposta" alla manifestazione che ha visto sfilare in testa al corteo il sindaco Luigi Vicinanza (che l'ha definita "Una festa dei diritti e della pace") e rappresentanze progressiste della città, i consiglieri comunali conservatori progettano di dare vita a un Family Day, che porti in campo tutti i cattolici con la presenza dell'arcivescovo della Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia e i parroci locali.
Ernesto Sica, dirigente regionale di FdI in Campania, ha negativamente giudicato la sfilata arcobaleno di sabato scorso, denunciando gli slogan violenti e le minacce di morte che hanno portato in corteo i manifestanti: "30.000 euro spesi, da parte di una amministrazione completamente allo sbando e lontana dalla realtá e dalle esigenze dei cittadini stabiesi, per un gay pride di “pagliacci” che dietro le loro maschere di pace ed amore nascondono odio, risentimento e pretese di certo non diritti - ha scritto su Facebook il rappresentante del partito della premier Giorgia Meloni - Il paragone con i pagliacci è calzante in quanto gli stessi si caratterizzano spesso per nascondere dietro alla loro maschera tanta tristezza, proprio come dimostrato da questa manifestazione (poco partecipata), dove dietro ai colori ed ai sorrisi sono sono apparsi invece i soliti messaggi di odio e le solite contraddizioni".
"Nello specifico - ha quindi rilevato Sica - erano presenti cartelli come “uccidere un fascista non è reato”, sempre nel senso che chi non la pensa come loro deve essere ucciso, così come accaduto con Charlie Kirk in questi giorni, oppure cartelli contro Giorgia Meloni rappresentata a testa in giù, ed ancora contraddizioni come le bandiere della Palestina dove, come in ogni paese fondato sul fondamentalismo islamico, gli omosessuali vengono perseguitati ed uccisi ed ancora bandiere di Che Guevara il quale internava nei campi di concentramento gli omosessuali ed infine le bandiere con l’odioso simbolo antidemocratico di oppressione di diritti e libertà della falce e martello comunista".
La replica a Ernesto Sica è giuntada Dino Dello Ioio, sempre su Facebook: "Pride non è il carnevale di Rio, né il raduno ufficiale degli unicorni fluorescenti. È la manifestazione dove, sorpresa!, si chiede di essere trattati come persone normali. Eh lo so, già qui qualcuno sbianca: “Ma come? Trattare gay, lesbiche, trans, bisex e chi più ne ha più ne metta… come esseri umani? Ma dove andremo a finire?” – Non lo so, magari in un mondo civile. Roba strana, eh. Perché sì, siamo nel 2025. Abbiamo le macchine elettriche, l’intelligenza artificiale che ti corregge pure i congiuntivi, ma l’omofobia… quella è rimasta analogica. Vintage proprio. C’è ancora gente convinta che due uomini che si baciano siano più pericolosi di un politico corrotto".
Dello Ioio ha poi aggiunto:"E ogni volta che si organizza un Pride, ecco puntuale la critica di turno: “Eh ma invece di fare ‘sta carnevalata con quattro gatti, a Castellammare potevate pensare a riaprire le terme!” — "si potevano rifare le strade!" - Ma scusate: quando la Juve Stabia ha vinto, quanti eravate in piazza a festeggiare? Migliaia! E nessuno ha detto: “Invece di festeggiare con i fumogeni, perché non pensate alla Fincantieri alla Meridbulloni o alle Terme”. Eh, lì tutti zitti. Il Pride serve perché la realtà è che ci sono ancora ragazzi che si buttano dalla finestra perché a scuola li chiamano “fr0c1o” ogni giorno. Ci sono ancora persone cacciate di casa perché “qui dentro i gay non entrano”. E allora, mi dispiace, ma finché questo succede, la festa non è finita: si sfila, si urla, si balla e si resiste. E poi diciamolo: quelli che criticano il Pride sono spesso gli stessi che vanno allo stadio a torso nudo, pitturati come puffi, a urlare “Forzaaaa Juveeee!”. Lì nessuno dice niente. Ma se uno si mette le paillettes per dire “voglio vivere senza paura”, improvvisamente diventa “scandalo”. Ma guardate che il Pride è meno assurdo di un uomo adulto che piange perché l’arbitro ha dato un rigore".
Diretta e immediata la reazione dei consiglieri comunali conservatori, Pasquale D'Apice, Antonio Cimmino, Nicola De Filippo e Antonio Federico, che hanno scritto al Vescovo monsignor Francesco Alfano:
"Eccellenza Reverendissima,
Reverendi Parroci,
con grande spirito di comunione e amore verso la Chiesa e la comunità stabiese, desidero sottoporre alla Vostra attenzione la proposta di organizzare un Family Day cittadino, promosso dalla diocesi e da tutte le parrocchie della nostra città.
In un tempo in cui la famiglia si trova spesso al centro di sfide sociali, culturali ed educative, crediamo sia urgente e bello testimoniare la bellezza della famiglia cristiana come luogo di amore, fede, dialogo e crescita.
Finalità dell’iniziativa:
Celebrare e valorizzare il ruolo centrale della famiglia nella società e nella Chiesa;
Favorire l’incontro e la comunione tra le famiglie delle diverse parrocchie;
Rinnovare l’impegno delle famiglie nella vita ecclesiale;
Creare un’occasione di festa, preghiera e riflessione aperta a tutti, credenti e non.
Possibile programma:
Celebrazione della Santa Messa all’aperto con benedizione delle famiglie;
Testimonianze di coppie e famiglie;
Attività e giochi per bambini, ragazzi e adulti;
Momenti di preghiera, musica, animazione e fraternità;
Stand tematici delle parrocchie e realtà ecclesiali locali.
Sogniamo una giornata in cui "tutte le famiglie siano in piazza", visibilmente unite dalla fede, dalla gioia e dalla presenza della Chiesa come madre che accoglie e accompagna.
Certi della Vostra sensibilità pastorale e della Vostra attenzione al tema della famiglia, auspichiamo che questa proposta possa essere accolta, condivisa e, se ritenuto opportuno, realizzata insieme con il sostegno delle realtà ecclesiali e associative del territorio.
Ringraziando per l’ascolto e confidando nella benevola considerazione dell’iniziativa, porgo a Voi i più cordiali saluti in Cristo".
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