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"Dog In Dog Out" di Luigi Piccirillo

"Dog In Dog Out" di Luigi Piccirillo

Dal 23 novembre all'8 dicembre in "vetrina" la mostra pittorica di Luigi Piccirillo

Dal 23 novembre sino all'8 dicembre, nell'ambito di "Artisti in Vetrina", presso le sale di Gino Ramaglia (Via Broggia, 10 - Napoli), sarà in mostra l'esposizione pittorica  "Dog In Dog Out" di Luigi Piccirillo.  

 

"Detto fra noi, sarebbe stato poco onesto rappresentare un uomo in modo convenzionale - racconta Piccirillo - Come allora, attraverso la sua spiritualità? Considerando la quasi assenza della stessa? Oppure attraverso la sua fisicità vacante, ormai veicolo scollegato dall'anima?
 

Parliamoci chiaro: l'uomo non possiede più le caratteristiche che il rinascimento, a suo tempo, canonizzò e che nell'avanzare dei secoli hanno decretato l'habitus di cui ci siamo ''vestiti'': non perfezione corporale, né misura di tutte le cose; nessuna aspirazione escatologica. 
 

Dopotutto, tale andamento, lo si riscontra nelle modalità in cui l'uomo contemporaneo sceglie di narrarsi: selfie, storie su Instagram, foto ricordo di un quotidianità prepagata, sessualità amatoriale: egli ha sviscerato e messo all'asta della visibilità le sue più basse distorsioni, decretando di fatto un ritorno all'umanesimo, ma in negativo. 
 

L'uomo, quindi, esprimendo se stesso attraverso l'esaltazione della soddisfazione dei bisogni carnali e materialistici non può che essere rappresentato al rango di una bestia; e questo per ricordargli quanto è simile ad essa nell'esprimere il suo bisogno d'amore incondizionato, la ridondanza delle abitudini, il bisogno di branco, di autorità, di difesa del perimetro, e la persistente confusione e allerta riguardo a ciò che di ''diverso'' gli accade intorno.

Siamo cani, piuttosto che esseri al culmine del processo evolutivo; schiavi di una falsa percezione di superiorità, bambini in persistente attesa del completamento formativo-biologico, che fingono di essere protagonisti di gloriosi film d'azione. 
 

Ma la verità, la conosciamo, è un'altra. Siamo deboli, ossuti e confusi; cani fermi sulla porta ad aspettare il padrone, che si spera porti risposte soddisfacenti da contrapporre alla cacofonia di un mondo che gira al triplo delle sue possibilità, proprio come Argo, il cane di Ulisse, che attese sino allo sfinimento la venuta di quest'ultimo per morire felice".

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