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23 Novembre 2018 - 16:20
I minori sottoposti alle indagini potrebbero aver fumato marijuana prima di commettere i delitti
Dopo le torture al coetaneo, la baby gang finisce in manette. La Squadra Mobile della Questura di Varese ha infatti dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di tre dei quattro minorenni che lo scorso 9 novembre avrebbero sequestrato e torturato un 15enne a Varese. Un quarto minorenne, anch’esso coinvolto, era stato già sottoposto a fermo di polizia giudiziaria in data 20 novembre, alla luce di un accertato e concreto pericolo di fuga; per quest'ultimo è stata celebrata in data odierna l'udienza di convalida, al termine della quale è stata disposta dal Gip la custodia cautelare. In una nota la Procura dei Minori, spiga che "l'asciutto riserbo di questo Ufficio, a fronte del legittimo allarme mediatico dei giorni scorsi, è stato imposto dalla necessità di acquisire elementi probatori irrinunciabili, quali l’esame della vittima, da pochi giorni in grado di riferire quanto subito, nonché il sopralluogo presso il garage dove si sono consumati i fatti".
E’ stato accertato che la giovanissima vittima, il 9 novembre scorso, è stata minacciosamente avvicinata da quattro coetanei e condotta presso un garage poco distante, nel quale è rimasta rinchiusa per circa tre ore e mezzo. Qui, il minore è stato sottoposto a percosse, minacce e sevizie. Per quanto acclarato allo stato delle indagini, dopo essere stato legato su una sedia con cavi di acciaio, è stato a più riprese picchiato; spogliato, a torso nudo e senza scarpe, gli è stata versata addosso acqua gelida e sapone liquido sugli occhi; gli è stato mostrato un coltello, la cui lama gli è stata appoggiata sulla mano immobilizzata, minacciandolo di tagliargli un dito; alcuni colpi gli sono stati inferti con un bastone ferrato; il giovane è stato inoltre minacciato di morte. Per evitare che gridasse, i sequestratori gli hanno chiuso la bocca con nastro adesivo.
Infine è stato liberato, ma non prima che la vittima promettesse il silenzio. I minori sottoposti alle indagini potrebbero aver fumato marijuana prima di commettere i delitti. Il movente sarebbe da rinvenire nel saldo di un preteso credito di soli 40 euro maturato nei confronti di altro minorenne amico della vittima, sullo sfondo del piccolo spaccio. I minori sono tutti italiani, ad eccezione di uno di loro, di origini ivoriane. Frequentano le scuole medie inferiori o le prime classi delle scuole medie superiori, con percorsi di studio non regolari. Sono tutti giovanissimi, tra i quattordici ed i quindici anni.
I reati contestati sono il sequestro di persona aggravato, le lesioni personali aggravate, la rapina aggravata; è stato, altresì, contestato anche il delitto di tortura, di recente introduzione nel nostro sistema normativo, alla luce del verificato e comprensibile trauma psichico cagionato nella giovane vittima.
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