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27 Novembre 2018 - 15:17
Cold case risolto dalla polizia dopo 31 anni
Cold case risolto dalla polizia dopo 31 anni. Vincenzo Pavia, ex collaboratore di giustizia, dopo gli otto omicidi già ammessi negli anni ’90, ha deciso di confessare alla polizia un ulteriore omicidio: quello di Roberto Rizzi, ucciso il 20 maggio 1987 nel bar 'I Tre Moschettieri di via Pollenzo 37 a Torino'. L'uomo è stato vittima di uno scambio di persona.
Il pentito ha raccontato di aver "sparato ad un uomo che il mandante Saverio Saffioti aveva indicato come Francesco Di Gennaro detto Franco 'il rosso''. Pavia entrò nel bar e sparò poi il giorno dopo, leggendo il giornale, si rese conto che la persona che aveva assassinato non era Franco "il rosso", ma una persona del tutto estranea a contesti criminali. Si trattava di Roberto Rizzi, vittima di uno scambio di persona: non solo somigliava a Franco 'il rosso' ma frequentava lo stesso bar. Da queste dichiarazioni hanno preso avvio gli accertamenti della squadra mobile di Torino.
Pavia, come ricostruisce la polizia, "faceva parte dell’organizzazione criminale dei Belfiore, che è stata diretta da Domenico Belfiore, condannato in via definitiva all’ergastolo per aver preso parte all’omicidio del procuratore della Repubblica Bruno Caccia, assassinato a Torino il 26 giugno 1983".
"Il ruolo di vertice della famiglia Belfiore, dopo la carcerazione di Domenico Belfiore per l’omicidio Caccia - osserva la polizia - venne di fatto assunto dal fratello Salvatore Belfiore detto 'Sasà' che trovò in Saverio Saffioti un valido complice".
Franco “il rosso”, sempre all’interno dello stesso bar, fu poi successivamente assassinato, da parte di appartenenti al gruppo Belfiore/Saffioti, il 24 agosto 1988. "Dell’omicidio - osserva la polizia - dovrà rispondere solo Pavia perché Saffioti è stato assassinato il 25 giugno 1992 per volontà del suo ex “sodale” Salvatore Belfiore". Sono in corso ulteriori accertamenti su altri delitti rimasti insoluti in quegli anni.
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