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31 Agosto 2015 - 13:51
La donna: «I miei genitori uccisi da un immigrato. Non facciamo altro che accogliere e loro vengono qui a rubare e ad ammazzare»
CATANIA. La polizia ha fermato, perché sospettato di aver ucciso ieri marito e moglie in una villetta di Palagonia, nel Catanese, forse durante una rapina, l'immigrato ivoriano di 18 anni ospite del Cara di Mineo che era stato trovato in possesso di un telefono cellulare rubato e con indosso abiti riconducibili al 68enne ucciso. Gli investigatori della squadra mobile etnea hanno individuato tracce di sangue sui pantaloni indossati dall'ivoriano che apparterrebbero al pensionato, morto dissanguato dopo un taglio alla gola, mentre la donna, 70enne di origine spagnola, è stata trovata senza vita in strada, in corrispondenza del balcone di casa da dove si sospetta sia stata scaraventata.
«Renzi venga qui e mi spieghi, mi dia delle risposte, delle sue scuse non so che farmene, i miei genitori sono morti, è anche colpa dello Stato» ha detto Rosita Solano, una delle figlie dei coniugi uccisi. «Il governo italiano, il popolo italiano è messo in balia di tutta questa gente - ha aggiunto - perché non fanno altro che accogliere, accogliere ma non si accoglie per accogliere. Vengono qui a rubare, ad ammazzare. Vengono a maltrattare le persone che li ospitano? Vogliono questo, vogliono quello...».
Intanto il prefetto di Catania, Maria Guia Federico, riunisce il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica con la partecipazione del sindaco di Palagonia Valerio Marletta. Entro stasera, inoltre, sarà presentata dalla Procura di Caltagirone la richiesta di convalida del fermo del 18enne ivoriano fermato per il delitto.
Il gip fisserà l'udienza probabilmente per domani. E sempre in giornata è prevista l'autopsia sui corpi delle vittime disposta dal procuratore capo di Caltagirone Giuseppe Verzera.
Ieri il sindaco di Palagonia Valerio Marletta ha annunciato da oggi il lutto cittadino. «La comunità palagonese è in lutto - ha fatto sapere il Comune - e lo sarà ufficialmente il giorno delle esequie dei nostri cari concittadini Vincenzo e Mercedes».
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