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18 Settembre 2015 - 11:54
In centinaia bloccati ai cancelli dei principali siti archeologici. Franceschini: ora basta
ROMA. Roma "chiusa" per assemblea sindacale. Mattinata di caos per i turisti stranieri in visita nella Capitale per l'apertura posticipata dei maggiori siti archeologici cittadini. Stamani, dalle ore 8.30 alle ore 11, infatti era prevista un'assemblea delle Rappresentanze Sindacali Unitarie delle lavoratrici e dei lavoratori della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area Archeologica di Roma. Conseguenza: siti chiusi fino alle 11.30 e visitatori a bocca asciutta tra spaesamento e file.
«'La misura è colma. Ora basta», sottolinea il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. «Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell'azione di governo - afferma il ministro - proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l'attenzione del mondo sull'Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo e ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo».
Il soprintendente al Colosseo, al Museo Nazionale Romano e all'Area Archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, dopo che stamattina diverse centinaia di turisti si sono trovati chiusi i cancelli del Colosseo, dei Fori e del Palatino, spiega all'Adnkronos: «Purtroppo non esiste una rete per informare i turisti, ma ieri abbiamo comunicato alla stampa che ci sarebbe stata l'assemblea e la notizia è riportata dai principali quotidiani di oggi. Inoltre gli avvisi sono stati messi sui monumenti e ne abbiamo dato anche uno vocale multilingue al Colosseo spiegando che resterà chiuso fino alle 11,30».
«Chiariamo che si tratta di un'assemblea sindacale legittima - spiega Prosperetti - e non di uno sciopero camuffato, e le assemblee, per legge, non sono soggette ad autorizzazione, ma vanno semplicemente comunicate tre giorni prima al datore di lavoro. Inoltre, sempre la legge prevede che i servizi essenziali in caso di assemblee o di sciopero, non comprendano l'apertura al pubblico, ma la garanzia della sicurezza del sito. La scelta di far fare l'assemblea alle 8,30, ritardando l'apertura dei monumenti - spiega il soprintendente - mi è sembrata la più logica. Farla fare dalle 12 alle 14,30 sarebbe stato peggio perché avremmo dovuto fare uscire i turisti dai monumenti, chiudere i cancelli e riaprirli tre ore dopo».
Quanto ai servizi sostitutivi che andrebbero previsti in questi casi, «ho chiesto una settimana fa ai direttori di sede dei monumenti - aggiunge Prosperetti - chi avrebbe partecipato all'assemblea per organizzare le sostituzioni. Questa mia richiesta, però, è stata contestata dai rappresentanti sindacali, che l'hanno ritenuta un comportamento antisindacale, perché gli accertamenti sui partecipanti possono essere fatti soltanto ex post, quando non è più possibile organizzare i servizi sostitutivi previsti dalla normativa. Questa - conclude - mi sembra un'aporia della legge italiana».
Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi', evidenzia: «La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali».
Proprio ieri è iniziata in Senato la discussione dei disegni di legge di modifica alla legge sul diritto di sciopero, sollecitata dallo stesso Governo, ed è mio auspicio che, in quella sede, si ragioni con rigore e serietà anche di questo tema; aggiunge. «Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre Città», conclude Alesse.
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