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Caso Volkswagen, indaga anche l'Italia

Caso Volkswagen, indaga anche l'Italia

Le auto interessate sono 11 milioni. Il ministero dei Trasporti vuol sapere se lo stesso illecito avvenuto negli Usa è praticato su omologazioni per auto commercializzate da noi

ROMA. Sono circa 11 milioni le automobili del gruppo Volkswagen interessate dal software 'civetta' sulle emissioni. L'ammissione arriva dal colosso tedesco, nella bufera dopo le rivelazioni dell'ente ambientale ed è accompagnata da un'altra cifra impressionante, 6,5 miliardi, ovvero l'ammontare degli accantonamenti di VW per gestire la vicenda (con un probabile maxi-richiamo a livello mondiale). Cifra peraltro che - ammettono i tedeschi - potrebbe non bastare a coprire tutte le spese. Ma alla vigilia della riunione straordinaria del board del gruppo Volkwagen si moltiplicano le richieste ufficiali di chiarimenti al gruppo tedesco.

Anche il Governo italiano chiede spiegazioni alla Volkswagen sul caso delle emissioni dei diesel. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha infatti comunicato di aver interpellato sull’accaduto, sia il Kna, Kraftfahrt-Bundesamt, soggetto terzo, il maggiore omologatore delle auto in questione, sia il costruttore. In pratica il Ministero vuole sapere «se il medesimo illecito, avvenuto negli Usa dove vigono però regole differenti per la omologazione, risulti essere praticato su omologazioni della stessa autorità tedesca per l’Europa e se i veicoli sono stati commercializzati in Italia».

Ma le richieste di chiarimenti si moltiplicano di ora in ora. In Australia il dipartimento del governo che gestisce le verifiche ambientali ha chiesto alla Volkswagen se anche i veicoli venduti nel paese siano equipaggiati con il software 'civetta' scoperto negli Stati Uniti. Simile richiesta a Seul dove il ministero dell'Ambiente sudcoreano ha convocato i responsabili del gruppo tedesco per raccogliere informazioni sul caso.

Da Parigi, arriva poi l'attacco del ministro delle Finanze francese Michel Sapin che in un'intervista alla radio Europe 1 definisce «necessaria» una verifica anche in Europa sul comportamento di Volkswagen nonché «dei costruttori francesi: si tratta di questioni serie, è giusto punire nel caso, ma anche rassicurare» sulle pratiche dell'industria automobilistica. E dagli Stati Uniti arriva la notizia - rilanciata da Bloomberg - di una indagine penale che sarebbe stata avviata dal dipartimento di Giustizia sul gruppo automobilistico, che rischia una pesantissima penale, fino a 18 miliardi di dollari.

Le ultime notizie hanno ulteriormente depresso il titolo del gruppo di Wolfsburg, che ha aperto le contrattazioni a Francoforte con una nuova discesa del 20%, a quota 107 euro, dopo il crollo di quasi il 19% registrato ieri.

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