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24 Settembre 2015 - 17:49
Francesco: «La politica non può essere sottomessa al servizio dell’economia e della finanza»
WASHINGTON. Abolire la pena di morte, fermare il commercio delle armi, non aver paura dei migranti, combattere la violenza del terrorismo fondamentalista, rimettere al centro dell'agenda politica la persona e non le leggi della finanza. È questa la via che Papa Francesco indica al Congresso Usa. Il Mall di Washington per un giorno si trasforma in piazza San Pietro e accoglie, tra gli applausi, il primo Pontefice che interviene nel luogo simbolo della politica a stelle e strisce. Abolire la pena di morte - «Abolizione globale della pena di morte. Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini», dice Papa Francesco.
Stop al commercio di armi. «Essere al servizio del dialogo e della pace significa anche essere veramente determinati a ridurre e, nel lungo termine, a porre fine ai molti conflitti armati in tutto il mondo. Qui dobbiamo chiederci: perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società?». Continua Francesco: «Purtroppo, la risposta, come tutti sappiamo, è semplicemente per denaro: denaro che è intriso di sangue, spesso del sangue innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi».
Migranti. «Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati», dice. «Il nostro mondo sta fronteggiando una crisi di rifugiati di proporzioni tali che non si vedevano dai tempi della seconda guerra mondiale. Questa realtà ci pone davanti grandi sfide e molte dure decisioni" tuttavia, prosegue il Papa, «quando lo straniero in mezzo a noi ci interpella, non dobbiamo ripetere i peccati e gli errori del passato».
Per il Pontefice «Non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto vederle come persone, guardando i loro volti e ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo alle loro situazioni. Rispondere in un modo che sia sempre umano, giusto e fraterno. Dobbiamo evitare una tentazione oggi comune: scartare chiunque si dimostri problematico».
Fondamentalismi. Papa Francesco non nasconde la preoccupazione per la situazione sociale e politica del mondo. «Sappiamo che nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico. Questo significa che dobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religioso come di ogni altro genere. È necessario un delicato equilibrio per combattere la violenza perpetrata nel nome di una religione, di un’ideologia o di un sistema economico, mentre si salvaguarda allo stesso tempo la libertà religiosa, la libertà intellettuale e le libertà individuali».
Il Pontefice auspica «una risposta di speranza e di guarigione, di pace e di giustizia. Ci è chiesto di fare appello al coraggio e all’intelligenza per risolvere le molte crisi economiche e geopolitiche di oggi. Dobbiamo andare avanti insieme, come uno solo».
Politica. Se la politica «dev’essere veramente al servizio della persona umana, ne consegue che non può essere sottomessa al servizio dell’economia e della finanza», evidenzia. «Politica è espressione del nostro insopprimibile bisogno di vivere insieme in unità, per poter costruire uniti il più grande bene comune: quello di una comunità che sacrifichi gli interessi particolari per poter condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi benefici, i suoi interessi, la sua vita sociale».
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