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04 Luglio 2019 - 14:01
Campania maglia nera nel rapporto Ecomafie
NAPOLI. La Campania conquista la maglia nera per il 25esimo anno nel consueto rapporto "Ecomafie" di Legambiente, ma anche l'Irpinia contribuisce fattivamente a questo poco invidiabile traguardo. I dati raccolti in merito al 2018 non sono per niente confortanti. Tra illegalità nel cemento, nei reati ambientali e le ciclo dei rifiuti, la provincia di Avellino fa tristemente sentire la sua voce. Nel primo settore, che comprende anche il movimento terra e gli appalti, l'Irpinia strappa il primo posto regionale 408 infrazioni su 1169 in tutta la Campania. A quei numeri si aggiungono anche 707 persone denunciate e 44 sequestri. Segue a ruota Napoli con 317 infrazioni. Nel complesso la Campania vede aumentare del 66,5% il totale dei reati legati al ciclo del cemento. L'Irpinia non sorride nemmeno nel campo degli illeciti ambientali. In questo caso Napoli e Avellino si scambiano i posti con 1360 infrazioni per la prima e 667 per la seconda, un dato quest'ultimo che le vale anche il quinto posto a livello nazionale, dietro a città di ben altre dimensioni come Roma, Bari e Palermo. Secondo posto per l'Irpinia anche per quanto riguarda i reati legati al traffico dei rifiuti con 186 infrazioni accertate, mentre Napoli precede con 454 infrazioni. Nel complesso la Campania, per il 2018, ha fatto registrare ventisette reati al giorno, per un totale di 3.862 reati accertati di illegalità ambientale, il 14,4% del totale nazionale, con 4.279 persone denunciate e 24 arrestate, cui si aggiungono 1.520 sequestri. "I numeri e le storie raccolte nel rapporto Ecomafia 2019 - commenta Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania - dimostrano inequivocabilmente che le mafie continuano a essere una minaccia per l'ambiente e gli ecosistemi avvalendosi spesso di una rete organizzata di professionisti, colletti bianchi e pubblici dipendenti infedeli avvinti dalla corruzione. E' urgente affiancare alla risposta giudiziaria, che in questi anni ha portato dei buoni risultati, una risposta politica-istituzionale ancora troppo carente. Siamo ancora in attesa di tempi e regole certe per la bonifica del territorio, di azioni concrete per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti che fermino quei 'tour' che da sempre alimentano le ecomafie. Così come siamo in attesa delle ruspe per abbattere il cemento illegale, una delle ferite aperte della nostra regione".
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