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21 Settembre 2019 - 12:17
NAPOLI. Il Psr Campania 2014/20, al di là dei trionfalistici proclami del consigliere delegato Nicola Caputo, è ad un punto morto. Quella che ad ampie falcate si avvicina a fine programmazione pare confermare le previsioni che già da tempo la additavano come il peggior piano di sviluppo rurale degli ultimi 20 anni. Il Psr è fermo al palo e sono i numeri a dirlo. Facciamo una semplice ricapitolazione di ciò che attualmente giace sulle scrivanie degli uffici provinciali dell’assessorato Regionale all’Agricoltura: le istanze a valere sulle misure 4.1.3 e 4.1.4 consegnate a settembre 2018 risultano ancora in istruttoria; per la misura 4.4.2. sono state già da tempo pubblicate le graduatorie provvisorie provinciali ma pare che per quella definitiva regionale ci sarà ancora da attendere a causa di un proliferare di richieste di riesame e domande di accesso agli atti che hanno portato la Regione a nominare una commissione unica regionale; per la misura 4.4.1., a due anni dall’invio delle domande, dovrebbero essere in consegna le prime decisioni individuali di concessione dell’aiuto; per la misura 4.2.1., l’Assessorato ha nominato una commissione per l’accelerazione delle istruttorie che, a quanto pare, sta procedendo, non si sa quanto speditamente, ad esaminare le domande pervenute ben nove mesi fa. Non meglio se la passano le domande afferenti all’asse 8, quello che riguarda gli investimenti per lo sviluppo e il miglioramento delle foreste: le domande a valere sulla misura 8.1.1., il cui bando è scaduto circa un anno fa, sono ancora in istruttoria, ad eccezione di quelle della provincia di Avellino, l’unica a pubblicare la propria graduatoria provinciale; ancora non risulta pubblicata nemmeno la graduatoria regionale della misura 8.5.1. scaduta a luglio 2017 in quanto mancano all’appello le graduatorie provinciali di Napoli e Benevento. Da poco più di un mese sarebbero terminate le istruttorie delle domande della misura regina, la 4.1.1., consegnate nel maggio del 2018, quasi un anno è mezzo fa. Il condizionale, mai come in questo caso, è d’obbligo: sembra che per verificare la fondatezza di alcune segnalazioni effettuate dagli ordini professionali, l’Assessorato abbia incaricato una mini commissione di tre membri di istruire di nuovo le prime 60 domande in graduatoria e da fonti attendibili pare siano emerse differenze significative tra i punteggi approvati e quelli reali. Insomma, uno scenario che porterebbe a riscrivere completamente la graduatoria e farebbe nascere più di qualche perplessità sulle modalità di istruttoria delle domande e di assegnazione dei punti. Scorrendo la graduatoria, poi, balza all’occhio un particolare, una enorme sproporzione tra le province campane e in particolare tra quella di Benevento e quella di Salerno. Dai dati ritrovati sul sito dell’Assessorato, dalla provincia sannita sono pervenute 713 domande, di queste poco più della metà sono quelle ammissibili ma meno del 10% sono quelle finanziabili per complessivi 14 milioni di euro. Dati di difficile spiegazione anche in chiave statistica soprattutto se confrontati con quelli provenienti da Salerno, ai cui uffici regionali sono giunte poco meno di 500 domande, di cui ammissibili oltre il 70% e finanziabili circa un centinaio per complessivi 34 milioni e mezzo di contributo. In pratica oltre la metà dei fondi messi a bando avrebbe preso la via del Principato Citeriore. In questo quadro desolante (e preoccupante) si stanno chiudendo le istruttorie delle domande del Progetto Integrato Giovani: ancor prima di parlare di graduatorie in questo caso un dato è evidente e la dice lunga sulla gestione dissennata di questa programmazione: a fronte di un importo messo a bando che consentirebbe il pagamento di circa 1.000 domande, sono state presentate 2.800 istanze. Che senso ha avuto prorogare un bando che già alla sua naturale scadenza aveva segnato un’affluenza record, consentendo in questo modo, in appena 15 giorni, di raddoppiare il numero delle istanze? Su tutte, una domanda: riuscirà l’Assessorato a raggiungere gli obiettivi di spesa richiesti da Bruxelles entro fine anno? Voci di corridoio raccontano che c’è già chi sta facendo scorta di marche da bollo e ha messo in pre-allarme i propri avvocati. Si preannuncia un autunno caldo in Regione.
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